Bing, chi va piano va sano e...

Bing, chi va piano va sano e...

Un tecnico Microsoft ammette le prestazioni non proprio eccelse del crawler MSNbot. BigM ribadisce che lo sviluppo continua a ritmo serrato e intanto il suo search cresce ancora
Un tecnico Microsoft ammette le prestazioni non proprio eccelse del crawler MSNbot. BigM ribadisce che lo sviluppo continua a ritmo serrato e intanto il suo search cresce ancora

Come non ha mancato di sottolineare lo stesso Steve Ballmer al CES di Las Vegas, Bing gode di grande attenzione all’interno di Redmond . A dimostrarlo sono i frequenti interventi volti a migliorarne la funzionalità oltre che, come in quest’ultimo caso, la capacità da parte di Microsoft di saper ascoltare la community del motore decisionale.

L’entusiasmo di Ballmer si infrange tuttavia nella risposta data da uno dei tecnici di Bing interpellato circa la mancata indicizzazione di un sito a sei settimane dalla comunicazione ufficiale. “È risaputo – ha scritto Brett Yount, program manager del Bing Webmaster Center – che MSNbot è abbastanza lento”. Nel concludere la sua risposta, Yount indirizza alla sezione FAQ della community, citando la sezione dove vengono spiegati problemi del genere.

Interpellata da Ars Technica , Microsoft ha dichiarato di essere sempre al lavoro per migliorare l’indicizzazione di Bing : “Con l’ultima versione del crawler ancora in beta – ha spiegato un portavoce di BigM – abbiamo raddoppiato la nostra capacità di indicizzazione”.

Intanto il mercato del search, cui Microsoft sembra tenere tanto da quando ha mollato il marchio Live Search per Bing, vede un’altra volta il motore di Redmond rosicchiare qualche punto percentuale a Yahoo! e all’inarrivabile Google. A dicembre le query effettuate negli Stati Uniti sarebbero aumentate dello 0,4 per cento , facendo lievitare la quota di Bing al 10,7 per cento. Google, che mantiene saldamente la leadership con il 65,7 per cento, ha guadagnato invece la metà rispetto al concorrente BigM, mentre Yahoo! ha concluso l’ultimo mese del 2009 perdendo lo 0,2 per cento per un totale di oltre tre punti percentuali dissoltisi durante lo scorso anno.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
19 gen 2010
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