È ancora WannaCry a dominare la classifica delle minacce ransomware più attive tra quelle in circolazione. Lo svela il nuovo report Threat Debrief appena pubblicato da Bitdefender, che prende in considerazione tutti i fattori di rischio per la cybersecurity rilevati dalla propria telemetria, composta da centinaia di milioni di endpoint distribuiti in tutto il mondo.
WannaCry è ancora il ransomware più diffuso
I dati sono stati raccolti nel periodo compreso tra l’1 e il 31 agosto 2022. Sulle 193 famiglie di ransomware identificate, il 48% è riconducibile proprio a WannaCry. Seguono altri ceppi ben noti come GandCrab (16%) e Cerber (10%). Una fotografia della situazione è visibile nel grafico allegato qui sotto. Si apprende inoltre che la Francia è il settimo paese più colpito al mondo da questi attacchi.
Non si tratta dell’unico dettaglio degno di nota che emerge dal report. In relazione al phishing, tra gli obiettivi più comuni di queste azioni si trova, al primo posto, il sito blockchain.com (29%).
Ancora, il trojan Downloader.DN per Android è il più diffuso (41%) della categoria. Una statistica, quest’ultima, rimasta pressoché invariata nel corso degli ultimi mesi.
Le violazioni messe a segno con attacchi omografici (perpetrati sfruttando indirizzi alterati, traendo in inganno le vittime con caratteri che si somigliano) continuano a prendere di mira borse e wallet di criptovalute con una frequenza preoccupante. Infine, i ricercatori sottolineano inoltre come sia importante sottolineare la crescita degli attacchi ibridi.
Stiamo assistendo a un aumento degli attacchi di tipo ibrido che combinano l’automazione (come la scansione delle vulnerabilità) con la complessità comunemente riscontrata negli attacchi di tipo APT.
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