Blizzard cancella il MMOG Titan

Blizzard cancella il MMOG Titan

Per ora World of Warcraft non avrà un successore. Il CEO annuncia, in un'intervista, di aver cancellato la sua realizzazione. Non era abbastanza per bissare il successo di WoW
Per ora World of Warcraft non avrà un successore. Il CEO annuncia, in un'intervista, di aver cancellato la sua realizzazione. Non era abbastanza per bissare il successo di WoW

Dopo sette anni e 50 milioni di dollari spesi per il design e lo sviluppo di Titan, Blizzard ha poco cerimoniosamente annunciato la morte del progetto di MMOG “next-gen” che secondo i rumor avrebbe dovuto sostituire World of Warcraft (WoW) come fonte di guadagno primario per lo studio americano.

Titan non si farà, ha spiegato il CEO di Blizzard Mike Morhaime in un’intervista, perché dopo un tempo infinito passato a progettare e realizzare asset è stato stabilito, dopo una revisione interna, che il gioco non era divertente e non era quello che l’azienda sperava di realizzare.

Si avvicina dunque la fine definitiva per il periodo d’oro degli MMORPG e degli abbonamenti mensili (a 15 dollari per utente) che hanno trasformato WoW in un gallina dalle uova d’oro per le casse di Blizzard? La cancellazione di Titan non sancisce la fine dell’impegno del studio nel settore degli MMO, dice Morhaime, ma ora come ora non è tempo di impegnarsi in un progetto così mastodontico come un nuovo blockuster massivo online.

WoW continuerà a generare profitti ancora a lungo e Blizzard spera di continuare a supportare il gioco per sempre, suggerisce l’amministratore delegato, mentre lo studio cerca nuove strade di profitto e nuove modalità di fare business concentrandosi su progetti meno faraonici di un WoW next-gen.

Il successo di pubblico sperimentato da Hearthstone , gioco di carte digitali collezionabili online finanziato tramite microtransazioni che può contare su 20 milioni di account registrati in meno di un anno dal debutto sul mercato, può in tal senso suggerire quale sarà il futuro impegno di Blizzard nel settore videoludico.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 set 2014
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