Call center sardi, dipendenti contro la chiusura

Call center sardi, dipendenti contro la chiusura

I lavoratori di una delle imprese impegnate nel settore temono che il calo delle commesse pregiudichi ogni opportunità occupazionale. Dopo l'annuncio dei primi licenziamenti si parla di riformulazione dei contratti
I lavoratori di una delle imprese impegnate nel settore temono che il calo delle commesse pregiudichi ogni opportunità occupazionale. Dopo l'annuncio dei primi licenziamenti si parla di riformulazione dei contratti


Roma – Call center, quando la politica di continue riduzioni dei costi diventa uno schiacciasassi. Un tema già in passato affrontato dai media e che ora torna di attualità con la vicenda che vede coinvolti i 52 dipendenti di Gemina, titolare della commessa prima con Tin.it e ora con Telecom Italia, per i servizi 187.3 e 187.5.

In un meccanismo consolidato nel settore di appalti e subappalti alla ricerca della maggior contrazione possibile dei costi si arriva a Interteam, cooperativa cagliaritana (480 dipendenti con contratto delle telecomunicazioni) controllata dalla stessa Gemina, incaricata di gestire il servizio. “Gemina – spiega a Punto Informatico Piergiorgio Cossu, delegato sindacale – ha avviato la procedura di licenziamento collettivo (non avendo diritto ad ammortizzatori sociali quali mobilità etc.) per 30 dei 52 dipendenti per ridurre i costi”. Ma i problemi non sono finiti, anzi si è generato un processo a catena. “Lunedì prossimo (16 gennaio, nrd)- prosegue ? Interteam, tramite l’assemblea dei soci lavoratori, intende far passare al voto una riduzione dei diritti finora acquisiti, quindi malattia pagata e tredicesima mensilità, fino ad arrivare o a una riduzione del 50% degli impiegati, passando quindi a circa 240 dipendenti o al 100% degli impiegati riassumendoli tutti con forme di contratto precarie quali Co.co.pro”.

Una situazione contro cui i dipendenti si sono schierati con un comunicato che contesta “la grave perdita di posti di lavoro e lo svilimento di professionalità” che ne deriverebbe. “La giustificazione della proprietà ? lamentano i dipendenti ? riguarda la mancanza di introiti derivanti da un progressivo calo delle commesse”.

Rispetto ai 12 milioni di euro nel 2005, le commesse di quest’anno non dovrebbero superare quota 7 milioni. Il problema principale è legato al rapporto di dipendenza del call center da un unico committente: una vicenda che si trascina sin dalla fondazione di Gemina e che ora si trasferisce anche alla controllata Interteam. Il timore di chi presta la propria attività è che in realtà, dietro questo paravento, si nasconda “il desiderio di smobilitare in Sardegna, per riversare le mire altrove”.

La vicenda si trascina già da diverse settimane e il 31 dicembre scorso si è svolta un primo sciopero, che ha visto l’astensione totale dal lavoro. Ma, se l’annuncio di Interteam avrà un seguito, sono previsti nuovi scioperi all’indomani del 16 gennaio. Intanto la vicenda sta assumendo contorni politici, con forze di destra e sinistra che hanno affermato di voler intervenire sulla vicenda. L’altro ieri i lavoratori sono stati convocati dall’assessore regionale al Lavoro, Maddalena Salerno, che ha assicurato l’immediata convocazione di un tavolo a quattro (lavoratori e vertici di Gemina, Interteam e Telecom).

Luigi dell’Olio

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Pubblicato il 13 gen 2006
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