Se Eric Schmidt pensa a come dovrà essere Google sul breve-medio periodo , Vinton Cerf porta un po’ più avanti nel tempo le lancette della Rete e lavora per la conquista dello spazio da parte di BigG ma soprattutto di Internet . O del suo successore spaziale, sulla cui realizzazione Cerf – intervenuto alla stessa conferenza con gli analisti a cui ha presenziato Schmidt – ha un solo dubbio, ovvero il “quando”.
“Penso che ci sarà una backbone interplanetaria entro 20, 30, 40 anni”, ha dichiarato il creatore del protocollo TCP/IP e attuale Chief Internet Evangelist per Google. Per Cerf ben presto “I dati verranno trasmessi dallo spazio, e noi aiuteremo ad organizzarli esattamente come qualunque altra cosa di rete” che attualmente passi per il network di Google.
La Internet del sistema solare si gioverà dei vari punti di trasmissione e ricezione attualmente in orbita come i satelliti di comunicazione e la stazione spaziale ISS, magari adoperandone di nuovi creati e inviati nel cosmo con il compito specifico di veicolare le comunicazioni di rete. Deep Space Network diventerà insomma adulto, e le attuali incompatibilità tra i sistemi verranno superate e armonizzate all’interno del nuovo subset di protocolli per il trasferimento dati.
“Nell’esplorazione interplanetaria del Sistema Solare – spiega Cerf alla platea – molti dei sistemi di comunicazione sono stati confezionati su misura per i sensori presenti sui veicoli spaziali. Ciò significa che due diversi veicoli potrebbero non essere in grado di comunicare l’uno con l’altro”. Ragion per cui occorrerà “accrescere” Deep Space Network, standardizzarlo e istruirlo in modo da servirsi di tutti i nodi spaziali attualmente a disposizione per comunicare.
Con un curioso effetto di déjà vu , Cerf non fa altro che parlare dei principi basilari della Internet che ha contribuito a fondare, con la “piccola” differenza che le distanze da percorrere non si misureranno più in migliaia ma in milioni di chilometri e forse oltre.
Una sfida imponente che secondo il tecnologo chiamerà in gioco società pubbliche e private, capeggiate ancora una volta dall’irresistibile Google: avendo già conquistato il network di questo pianeta, BigG pensa ad espandere il proprio market share nel cosmo e ha per questo già istruito un premio per chi realizzerà un rover in grado di arrivare sulla Luna, scattare qualche decina di migliaia di foto e video e trasferirli indietro sulla Terra. La corsa telematica allo Spazio ha avuto il via .
Alfonso Maruccia