Chatbot e streaming pirata: Bing, ma che fai?

Chatbot e streaming pirata: Bing, ma che fai?

Durante il test del nuovo Bing in Skype, ci siamo imbattuti in un suo comportamento imprevisto: ci ha suggerito siti di streaming pirata.
Chatbot e streaming pirata: Bing, ma che fai?
Durante il test del nuovo Bing in Skype, ci siamo imbattuti in un suo comportamento imprevisto: ci ha suggerito siti di streaming pirata.

Nessuno è perfetto: non lo siamo noi esseri umani, vulnerabili per natura, non lo è la tecnologia con i suoi comportamenti talvolta imprevisti e fuori controllo, nemmeno il nuovo Bing, che durante il nostro test relativo all’integrazione in Skype ci ha suggerito la visione di contenuti in streaming su siti pirata. Un episodio quantomeno curioso, la testimonianza concreta di come il sistema messo a punto da Microsoft ancora necessiti di parecchio lavoro e miglioramenti. Oppure di come, invece, si sia già calato fin troppo nel ruolo di entità fallibile, come noi, raggiungendo il proprio obiettivo di emulare il processo cognitivo che ci appartiene e ci contraddistingue.

E se il nuovo Bing suggerisce siti per lo streaming pirata?

Abbiamo provato a coinvolgere il chatbot in una conversazione di gruppo, chiedendogli cosa potremo vedere nel weekend, così da concederci qualche ora di meritato relax alla fine di un’intensa settimana di lavoro. Nella risposta fornita, oltre a segnalarci piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video, NOW e Infinity (fin qui nulla di anomalo), ci ha suggerito di prendere in considerazione alcune alternative gratuite.

Nuovo Bing: test dell'integrazione in Skype

Perplessi dalla replica, gli abbiamo chiesto se fosse certo della legalità delle risorse appena elencate.

Nuovo Bing: test dell'integrazione in Skype

Accortosi del passo falso, Bing ha preferito chiudersi in un rassegnato silenzio, scusandosi e rifiutandosi di proseguire nella conversazione.

Nuovo Bing: test dell'integrazione in Skype

Sappiamo che Microsoft è intervenuta già più volte con l’obiettivo di correggere il tiro, introducendo limiti relativi alla lunghezza delle chat per evitare che gli scambi deviino verso direzioni impreviste. In questo caso, però, è accaduto dopo una manciata di messaggi e alla prima richiesta formulata.

Il lavoro del gruppo di Redmond dovrà dunque essere finalizzato anche al far sì che il chatbot, che all’interno di Skype svolge a conti fatti il ruolo di un assistente, possa andare oltre la ricerca e la presentazione delle informazioni trovate online. Rappresenterebbe altrimenti un doppione del motore tradizionale, una scorciatoia per l’accesso ai link elencati dalle consuete pagine dei risultati. Per evitare distorsioni, di cui abbiamo avuto un esempio dopo pochi secondi di test, nonché per meritarsi l’etichetta di intelligente come più volte affermato dalla software house, dovrà dimostrarsi in grado di scegliere quelle da sottoporre all’attenzione dell’utente e quali invece è forse meglio escludere.

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Pubblicato il 24 feb 2023
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