ChatGPT Atlas si presenta come la nuova scommessa di OpenAI per ridefinire il concetto di browser AI. Un tentativo di scalfire il dominio di Chrome (pur essendo basato su Chrome) proponendo un connubio strettissimo tra browser e intelligenza artificiale capace, sulla carta, di riaprire la browser war. L’annuncio, avvenuto in streaming poche ore fa, ha subito catalizzato l’attenzione di chi segue da vicino le evoluzioni dell’intelligenza artificiale applicata alla navigazione web. Ma cosa rende davvero rivoluzionario questo nuovo strumento?
ChatGPT Atlas non si limita a essere l’ennesimo browser potenziato: qui l’AI diventa compagno di viaggio, un assistente capace di pensare e agire per l’utente. Fin dai primi minuti della presentazione, Sam Altman – CEO di OpenAI – ha insistito su un concetto chiave: “Il browser non è più solo una finestra sul web, ma un vero alleato intelligente”. Ed è proprio questa visione a guidare le scelte di design e le funzionalità di ChatGPT Atlas.
La novità che salta subito all’occhio è la agent mode (modalità agente), disponibile per gli abbonati Plus e Pro. Non si tratta di una semplice automazione: qui l’assistente è in grado di gestire operazioni complesse, come prenotare viaggi, effettuare acquisti online o archiviare e organizzare documenti. L’utente, in pratica, può delegare compiti che normalmente richiederebbero minuti preziosi, affidandosi a un sistema che, almeno sulla carta, promette di essere “veloce e intuitivo”.
Ma non è tutto. Un’altra caratteristica che distingue ChatGPT Atlas dalla concorrenza è la memoria personalizzata, gestibile in modo trasparente dalle impostazioni. Questa funzione permette di archiviare preferenze, abitudini e dati ricorrenti, rendendo l’esperienza di navigazione sempre più su misura. La memoria, però, non è solo una comodità: rappresenta anche una potenziale fonte di preoccupazione per chi è attento al tema della privacy. Ecco perché OpenAI ha previsto una modalità incognito che impedisce la registrazione delle interazioni, offrendo così una maggiore tranquillità agli utenti più sensibili a queste tematiche.
A livello di interfaccia, la vera chicca è lo split-screen. Quando si effettua una ricerca, il browser mostra da una parte il sito web e dall’altra la conversazione in tempo reale con l’AI. Questa doppia visualizzazione – che può essere disattivata per chi preferisce un approccio più tradizionale – permette di avere sempre sott’occhio sia i contenuti che i suggerimenti e le risposte dell’assistente, creando un’esperienza di navigazione davvero assistita.
Non manca, ovviamente, la funzione di web summarization: con un semplice click, ChatGPT Atlas è in grado di sintetizzare pagine web anche molto lunghe, evidenziando i punti salienti e risparmiando tempo prezioso all’utente. Una funzione che, soprattutto per chi lavora con grandi quantità di informazioni, può fare la differenza tra una giornata produttiva e una passata a scorrere pagine su pagine.
Il contesto competitivo, però, è più acceso che mai. A luglio 2025, Comet di Perplexity ha fatto il suo debutto proponendo un approccio simile, mentre Google Gemini è ormai in fase avanzata di integrazione su Chrome, con l’obiettivo dichiarato di automatizzare le attività online quotidiane. Siamo quindi di fronte a una vera e propria corsa all’oro dell’AI applicata alla navigazione, una browser war in piena regola, dove ogni attore cerca di guadagnare terreno con funzioni sempre più avanzate e personalizzate.
La sfida per OpenAI sarà quindi quella di dimostrare la solidità delle proprie soluzioni, evitando di ripetere gli errori dei precedenti tentativi (basti pensare ai limiti riscontrati con Operator e ChatGPT Agent). In un mercato in cui la differenza si gioca spesso su dettagli apparentemente minori, la capacità di offrire funzionalità esclusive senza sacrificare l’accessibilità sarà la chiave per decretare il successo o il fallimento di questa nuova generazione di browser AI.
Per ora comunque ChatGPT Atlas ha un grossissimo limite: è disponibile solo per macOS, limitandone molto l’adozione, con una versione per Windows ancora in lavorazione e nessuna release per Linux all’orizzonte (almeno stando all’annuncio di stasera).