ChatGPT, come rendere i prompt più efficaci con un piccolo trucco

ChatGPT, come rendere i prompt più efficaci con un piccolo trucco

Basta un semplice cambiamento per rendere i prompt di ChatGPT più utili ed efficaci. Ecco il trucco per attivare le capacità conversazionali.
ChatGPT, come rendere i prompt più efficaci con un piccolo trucco
Basta un semplice cambiamento per rendere i prompt di ChatGPT più utili ed efficaci. Ecco il trucco per attivare le capacità conversazionali.

Quante volte capita di aprire ChatGPT, Claude o Gemini, digitare una rapida domanda e restare delusi dalla risposta? Troppo generica, superficiale, a volte completamente fuori tema. Ma prima di prendersela con l’intelligenza artificiale, bisognerebbe farsi un piccolo esame di coscienza… E se il problema fosse il modo in cui si formulano le richieste?

Il punto, è che continuiamo a trattare l’intelligenza artificiale come se fosse Google. È un riflesso condizionato comprensibile, se consideriamo quanto l’abitudine di usare motori di ricerca sia oramai radicata nella nostra vita. Questa sovrapposizione mentale, però, rappresenta un grosso limite. Sempre più utenti preferiscono usare i chatbot AI al posto dei classici motori di ricerca, ma c’è un “ma”. Si portano dietro un modello di interazione che è obsoleto.

Il risultato? Otteniamo risposte mediocri da strumenti straordinari. È come possedere uno smartphone di ultima generazione e utilizzarlo solo per telefonare. Finché non supereremo questo schema mentale, continueremo a sfruttare solo una frazione del potenziale offerto dall’intelligenza artificiale, ignorando capacità che potrebbero trasformare letteralmente il nostro approccio all’informazione e alla conoscenza.

Come rendere i prompt di ChatGPT più utili ed efficaci

1. Basta con le parole chiave

Per decenni ci siamo abituati a pensare per parole chiave. “Migliori assicurazioni auto“, “Come richiedere il passaporto“, “Ricette dolci senza lattosio“. Funziona benissimo con un motore di ricerca che attinge a pagine indicizzate, ma i moderni strumenti AI non setacciano il web allo stesso modo.

I chatbot AI, generano risposte basandosi su contesto, schemi linguistici e ragionamento predittivo. Se si interpellano come si farebbe con Google, il minimo che possano fare è restituire risposte “googliane”: vaghe e superficiali (anche se Google sta cercando di rimediare con le AI Overview). Poco utili, in definitiva.

Ecco un esempio che permette di cogliere chiaramente la differenza tra un prompt generico e uno conversazionale.

Prompt in stile Google (generico): “Come dormire meglio la notte

Spunto di conversazione: “Faccio fatica ad addormentarmi quando ho troppe cose per la testa, e mi sveglio spesso alle 4 di notte. Hai 3 consigli semplici che potrei provare già stasera?

La differenza è chiara: lo spunto conversazionale fornisce contesto, emozione e un obiettivo pratico. In questo modo, l’AI può offrire risposte più specifiche e personalizzate, e di conseguenza più utili.

2. L’AI è molto più di un motore di ricerca

I chatbot di oggi, come ChatGPT-4o, Claude 3.7 Sonnet, Gemini 2.0 e Perplexity, non sono motori di ricerca dotati di superpoteri. Non si limitano a pescare da un database. Sono addestrati a rispondere come esseri umani e danno il meglio di sé quando ricevono input autenticamente umani, che includono tono, contesto e intenzione.

Prompt stile motore di ricerca: “Come scrivere una lettera di presentazione efficace

Prompt conversazionale (ottimizzato per un chatbot moderno): “Sto cercando lavoro nel marketing digitale, ma ho un passato da insegnante. Mi aiuti a scrivere una lettera di presentazione che valorizzi il mio cambio di carriera?

Il secondo prompt funziona meglio perché permette al chatbot di collaborare creativamente. L’AI dà il meglio non quando si chiede “cosa sa”, ma quando si coinvolge come se si stesse parlando con una persona esperta.

Un piccolo cambio di prospettiva che fa una grande differenza

La cosa essenziale da ricordare, per ottenere risposte migliori dai chatbot è: iniziare sempre il prompt con “Io”. Sembra una sciocchezza, ma è una mossa vincente. Dire “Io” costringe il cervello a mettere a fuoco il contesto, a esprimere un bisogno reale o un obiettivo concreto. E questo aiuta l’AI a rispondere in modo meno generico.

Esempio:

Generico: “Esercizi per migliorare la concentrazione

Richieste che iniziano con “Io”: “Io mi distraggo facilmente quando lavoro da casa. Quali 3 esercizi potrei provare per restare concentrato?

La seconda versione trasmette chi siamo, cosa stiamo vivendo e cosa ci serve adesso. L’AI non deve tirare a indovinare: può aiutare subito, come farebbe un vero interlocutore. Aggiungendo una voce umana (la nostra), si attivano le capacità conversazionali dell’AI.

Perché funziona? Perché l’AI impara da noi! Con il rilascio di modelli come ChatGPT-4o e Gemini 2.5 Pro, gli utenti hanno ora accesso a strumenti avanzati in grado di ascoltare la nostra voce, vedere ciò che gli mostriamo, ricordare le nostre preferenze e combinare tutto questo in modo coerente e intelligente.

Questi modelli sono più potenti che mai, ma la potenza non serve a nulla se si continua a dar loro in pasto prompt piatti e senz’anima. Si otterrà il massimo dalle proprie richieste se si pensa ai prompt come a messaggi inviati a un amico. Più chiaro e umano sarà l’input, più utile e umana sarà la risposta.

Chi finora ha evitato di personalizzare le richieste per paura che il chatbot si allenasse sui suoi dati, può semplicemente disattivare questa funzione (memoria). Per farlo (su desktop o mobile)

  • Aprire ChatGPT (da browser o app mobile).
  • Cliccare su il propri’ nome o l’icona del profilo in basso a sinistra (o in alto a destra su mobile).
  • Selezionare “Impostazioni”.
  • Andare su “Personalizzazione”, poi su “Memoria”.

Qui si può:

  • Disattivare completamente la memoria (l’AI non ricorderà nulla tra una sessione e l’altra).
  • Oppure gestire e cancellare singole voci di memoria (se si vuole eliminare solo certi dettagli).

Anche con la memoria disattivata, le conversazioni possono essere usate temporaneamente da OpenAI per migliorare i modelli a meno che si disattivi anche l’uso per l’addestramento:

  • Tornare su Impostazioni.
  • Andare su “Dati”, poi su “Controlli dei dati”.
  • Disattivare l’opzione “Consenti l’uso dei contenuti per l’addestramento”.

Quindi si può aprire il proprio cuore (o quasi) senza correre rischi.

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Pubblicato il
13 mag 2025
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