OpenAI ha deciso di allargare le maglie dell’accesso a Deep Research, la sua nuova funzione di ricerca approfondita per ChatGPT. Da oggi, non solo gli utenti del piano Pro, ma anche quelli Plus, Team, Edu ed Enterprise potranno sfruttare questo potente strumento. Ma attenzione: la libertà ha un prezzo, e in questo caso si chiama “limiti di utilizzo”.
It will roll out progressively today, and be available as a “deep research” toggle in the composer window. I’d love to hear what you’ve been using it for, and how we can make it better for you.
— Kevin Weil 🇺🇸 (@kevinweil) February 25, 2025
Deep Research di ChatGPT: ora per tutti gli utenti paganti, ma con dei limiti
Sì, perché se prima i fortunati abbonati a ChatGPT Pro potevano effettuare ben 100 ricerche approfondite al mese, ora dovranno accontentarsi di 120. Un aumento, certo, ma che sa un po’ di beffa se paragonato alle sole 10 query mensili concesse agli altri piani a pagamento. E gli utenti gratuiti? Per loro, Deep Research resta un miraggio, almeno per il momento.
Ma non bisogna farsi scoraggiare dai paletti. OpenAI ha comunque lavorato per migliorare la sua creatura. Ora i report generati possono includere immagini con tanto di citazioni, e la funzione è più brava a capire e riferirsi ai file caricati dagli utenti. Insomma, piccoli passi avanti verso una ricerca sempre più completa e personalizzata.
Come funziona Deep Research
Ma come si usa Deep Research? Basta andare sulla versione web di ChatGPT (per le app mobile e desktop bisognerà aspettare fine mese), digitare la propria domanda, selezionare “Deep Research” e caricare eventuali file di contesto. A quel punto, bisogna armarsi di santa pazienza: la ricerca può richiedere dai 5 ai 30 minuti, a seconda della complessità. Ma alla fine, una notifica avvisa che il report è pronto, con tanto di riassunto dei passaggi e delle fonti usate.
E il bello deve ancora venire. Nelle prossime settimane, ChatGPT aggiungerà ai report anche immagini, visualizzazioni di dati e altri output analitici, per offrire ancora più chiarezza e contesto. E in futuro, gli utenti potranno collegare fonti di dati specializzate, per rendere i risultati super accurati.
Nonostante i limiti attuali, Deep Research sembra avere un grande potenziale. Non a caso, OpenAI ha classificato la funzione come “rischio medio” nel suo Preparedness Framework. Ma se saprà mantenere le promesse, potrebbe cambiare per sempre il modo in cui facciamo le ricerche.