Mentre Google resta saldamente in testa alla classifica dei motori di ricerca, un nuovo concorrente sta guadagnando terreno a passi da gigante: ChatGPT search di OpenAI. I dati non mentono. In Europa, questa funzionalità che permette al chatbot di includere informazioni aggiornate dal web nelle sue risposte sta crescendo a un ritmo vertiginoso.
ChatGPT search all conquista dell’Europa: un’ascesa inarrestabile
Stando a un report presentato da OpenAI Ireland Limited, una delle divisioni europee dell’azienda, ChatGPT search ha raggiunto circa 41,3 milioni di utenti mensili attivi in media nel periodo di sei mesi che si è concluso il 31 marzo. Un balzo impressionante rispetto agli 11,2 milioni registrati nei sei mesi precedenti.
Il boom di utenti che sta vivendo ChatGPT search potrebbe presto costringere il servizio a fare i conti con il Digital Services Act europeo. La normativa prevede controlli stringenti per piattaforme che superano i 45 milioni di utenti mensili. E le conseguenze non sarebbero da poco: OpenAI dovrebbe garantire agli utenti la possibilità di disattivare i sistemi di raccomandazione personalizzata, aprire i propri dati a ricercatori e autorità, e sottoporsi regolarmente a verifiche esterne.
Google trema, ma resta in vetta
Nonostante i progressi di ChatGPT search, Google rimane il re incontrastato delle ricerche online. Secondo un sondaggio di settembre, solo l’8% delle persone sceglierebbe ChatGPT come motore di ricerca principale. E si stima che Google gestisca ancora 373 volte più ricerche rispetto al suo rivale AI.
Motori di ricerca AI: un’arma a doppio taglio
Le ricerche recenti mettono in discussione l’affidabilità dei motori di ricerca AI come ChatGPT search e Perplexity, che in determinati contesti funzionano peggio delle alternative tradizionali. Un caso emblematico emerge da uno studio che ha rilevato come ChatGPT abbia identificato erroneamente due terzi degli articoli ricercati. Preoccupante anche la gestione imprecisa dei contenuti giornalistici, che paradossalmente include testate con cui OpenAI ha già siglato accordi di licenza.