Cina: basta con gli internet café

Cina: basta con gli internet café

Il regime pechinese secerne la soluzione finale: per un anno nessun nuovo locale potrà aprire. Il motivo? Molti giovani commettono crimini perché dipendenti da Internet e videogiochi violenti
Il regime pechinese secerne la soluzione finale: per un anno nessun nuovo locale potrà aprire. Il motivo? Molti giovani commettono crimini perché dipendenti da Internet e videogiochi violenti

Pechino – Ha fatto molto per scoraggiarne l’uso da parte di minori , li ha costretti lontano dalle scuole e ha imposto loro rigidi orari di apertura, li ha censurati, denunciati e chiusi in quantità , ma non è bastato: ora Pechino intende porre fine al proliferare di Internet café sul territorio.

Come riporta l’agenzia di stato Xinhua , nel 2007 non sarà più possibile aprire nuovi internet point .

A richiederlo è una nuova direttiva sostenuta da 14 diversi ministeri cinesi: considerando il ruolo decisivo svolto da questi esercizi con l’accesso ad Internet nella diffusione della rete in Cina e nella conoscenza delle sue potenzialità, si potrebbe leggere la nuova misura come un tentativo di riorganizzare il monitoraggio dei locali. Oggi, secondo il ministero dell’Informazione, sono 113mila le attività di questo tipo operative sul territorio.

“Nel 2007 – spiega la direttiva – gli enti locali non possono concedere l’apertura di nuovi internet café. L’apertura di café che abbiano ricevuto l’autorizzazione prima della diffusione di questa direttiva, deve avvenire entro il 30 giugno 2007”.

Con la direttiva si ricordano ai gestori le regole di base per la conduzione dei café: nessun accesso a chi ha meno di 18 anni, mentre gli internet point nelle scuole devono essere gestiti direttamente dagli istituti d’istruzione ed operare come entità non profit.

Tra le giustificazioni addotte per le misure che, se trasgredite, possono portare a multe e sequestri, anche la dipendenza da internet e dal videogaming online che per le autorità cinesi sembra divenuta quasi una ossessione , peraltro alimentata da tristi episodi di cronaca .

Xinhua da parte sua ricorda come uno studio del Centro nazionale per i Minori abbia constatato che circa 18 milioni di cinesi sotto l’età dei 18 anni sono da considerarsi dipendenti da Internet . Ed evidenzia un altro studio, questa volta svolto da un Riformatorio di Pechino, secondo cui il 33,5 per cento dei giovani detenuti sarebbe stato indotto a commettere crimini, come rapine e abusi sessuali, proprio dall’uso di videogiochi e dalla frequentazione di siti erotici.

Tra le ragioni del giro di vite sui nuovi café, invece, non viene citata la pur evidente volontà del regime di tenere sotto continuo controllo le attività web dei cittadini, spesso propensi a lasciarsi andare a discussioni e dichiarazioni su temi politici sgraditi al regime.

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Pubblicato il
7 mar 2007
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