Anthropic ha appena lanciato un nuovo strumento chiamato Anthropic Interviewer, un chatbot che fa domande ad altre persone su come usano l’intelligenza artificiale. L’azienda ha testato lo strumento su 1.250 professionisti, tra cui anche scienziati e creativi. L’obiettivo è capire come davvero l’AI viene usata nel lavoro quotidiano, non come le persone dicono di usarla.
Anthropic fa intervistare le persone dall’AI per capire come usano l’intelligenza artificiale
I risultati mostrano che la maggior parte dei partecipanti ha una visione positiva dell’AI. L’86% dei professionisti generici dice che l’intelligenza artificiale fa risparmiare tempo. I creativi sono ancora più entusiasti. Il 97% conferma il risparmio di tempo e il 68% sostiene che la qualità del loro lavoro è migliorata. Numeri che farebbero piacere a qualsiasi CEO tech in cerca di approvazione.
Ma c’è un però grosso come una casa. Il 70% dei creativi ha menzionato la paura del giudizio dei colleghi quando usa strumenti AI. Parliamo di sette persone su dieci che lavorano con l’intelligenza artificiale, ma si guardano bene dal dirlo apertamente. Come se usare ChatGPT per scrivere una email fosse l’equivalente professionale di barare agli esami.
Gli scienziati non si fidano (e hanno le loro ragioni)
Gli scienziati si sono dimostrati più cauti. Usano l’intelligenza artificiale per compiti come la revisione della letteratura o la scrittura, ma molti ritengono che i sistemi attuali non possano ancora gestire elementi centrali della ricerca come la generazione di ipotesi. Una posizione comprensibile quando il tuo nome è sotto un paper scientifico e non puoi permetterti che un algoritmo inventi dati o riferimenti inesistenti.
Il gap tra quello che si dice e quello che si fa
La parte più interessante dello studio è la disconnessione tra come i professionisti descrivono il loro uso dell’AI e gli schemi d’uso reali. Il 65% dei partecipanti ha descritto il proprio utilizzo principalmente come potenziamento piuttosto che automazione. Suona meglio, no? “Potenziamento” ha un che di collaborativo, quasi poetico. “Automazione” invece sa di sostituzione, di resa.
Ma l’analisi di Anthropic sull’uso effettivo di Claude racconta una storia diversa: una divisione quasi perfetta tra potenziamento (47%) e automazione (49%). La gente dice una cosa, fa un’altra.
Lo stigma sociale dell’AI sul posto di lavoro
Il 69% dei professionisti generici ha menzionato il potenziale giudizio negativo da parte dei colleghi. Quasi sette lavoratori su dieci temono ripercussioni sociali se ammettono di usare l’AI. Eppure, nonostante questa paura diffusa, il 48% degli intervistati sta considerando di passare a carriere focalizzate sulla gestione di sistemi AI piuttosto che eseguire lavoro tecnico direttamente.
Anthropic ha reso i dati delle interviste pubblicamente disponibili per i ricercatori. Chi vuole può scaricare tutto e farsi i propri studi su come la gente usa davvero l’intelligenza artificiale. E ora l’azienda sta invitando gli utenti di Claude a partecipare a ulteriori interviste tramite un popup che compare sulla piattaforma. Chi usa Claude e vede apparire una notifica che chiede se si vuole contribuire a plasmare il futuro dell’AI, ecco spiegato il perché.
Ma quando un’intelligenza artificiale intervista le persone su come usano l’intelligenza artificiale, chi sta davvero studiando chi?