CLAWS: l'IA per il sottomarino da guerra autonomo degli USA

CLAWS: l'IA del sottomarino da guerra autonomo

Gli Stati Uniti stanno progettando un'intelligenza artificiale in grado di controllare in modo completamente autonomo un sottomarino da guerra.
CLAWS: l'IA del sottomarino da guerra autonomo
Gli Stati Uniti stanno progettando un'intelligenza artificiale in grado di controllare in modo completamente autonomo un sottomarino da guerra.

La marina militare degli Stati Uniti sta mettendo a punto un’intelligenza artificiale da destinare all’ambito bellico, più nel dettaglio ai sottomarini. Un progetto che immaginiamo non mancherà di far discutere poiché si tratta di un’impiego degli algoritmi potenzialmente in grado di stroncare vite prendendo decisioni autonome, senza chiedere l’intervento di un operatore in carne e ossa, nemmeno da remoto.

USA: CLAWS è l’IA per il sottomarino della US Navy

Il progetto è stato battezzato CLAWS ed è guidato dall’Office of Naval Research, ente responsabile delle tecnologie utilizzate sia dalla US Navy sia dagli uomini del Marine Corps. La notizia arriva da New Scientist che ha scovato alcuni documenti legati al finanziamento dell’iniziativa. Gli incartamenti lo descrivono come “autonomous unmanned undersea weapon system” che può essere installato su mezzi sottomarini, incluso quello messo a punto da Boeing e rappresentato nell’immagine di apertura così come nel video in streaming di seguito.

CLAWS può controllare senza alcun intervento il lancio di 12 siluri. Un primo prototipo è già stato realizzato nel 2018. Al fine di portarne avanti lo sviluppo sono stati destinati 26 milioni di dollari per il 2020 e altri 23 milioni di dollari per il 2021.

Considerando come anche i colossi del mondo hi-tech (Google su tutti) stiano chiedendo di regolamentare l’impiego delle soluzioni IA ponendo dei paletti di natura etica nonché rispettando le esigenze legate al trattamento dei dati, un progetto di questo tipo non può che sollevare almeno una discussione. Detto questo, gli Stati Uniti non sono i soli ad aver avuto un’idea di questo tipo: anche la Cina è al lavoro su un sistema del tutto simile che stando alle previsioni sarà reso operativo entro l’anno.

Fonte: New Scientist
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Pubblicato il
10 mar 2020
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