Ilya Sutskever, co-fondatore ed ex capo scientifico di OpenAI, che ha lasciato l’azienda per fondare Safe Superintelligence Inc., ha dichiarato che l‘intelligenza artificiale rischia di rimanere a secco di dati.
In occasione della Conferenza sui sistemi di elaborazione dell’informazione neurale di Vancouver, Sutskever non ha usato mezzi termini: “I dati sono come il petrolio per l’AI. E ormai abbiamo raggiunto il picco. Non ce ne saranno altri“. Insomma, a forza di saccheggiare Internet per addestrare i loro modelli, i giganti dell’AI hanno praticamente prosciugato la fonte. “C’è un solo Internet, ragazzi“, ha detto Sutskever. E ora?
Il co-fondatore di OpenAI annuncia la fine dell’era del pre-training nell’AI, e ora che si fa?
Okay, quindi i dati stanno finendo. E adesso? I maghi dell’AI si stanno scervellando per trovare alternative. C’è chi parla di usare dati “sintetici”, cioè generati dalle AI stesse. Altri, come Sam Altman, puntano sulle capacità di ragionamento dei nuovi modelli, come OpenAI o1 che pensa un po’ di più prima di rispondere alle richieste egli utenti.
Il futuro sono gli agenti AI, parola di Sutskever
Sutskever è convinto che il futuro siano gli agenti AI, cioè sistemi autonomi che ragionano in modo indipendente. Lui stesso ci sta lavorando con la sua startup, che punta a creare una “superintelligenza” sicura, cioè un’AI più intelligente degli umani ma che non ci faccia fuori nel sonno… almeno si spera.
Certo, c’è il rischio che questi sistemi diventino un po’ imprevedibili. “Guardate gli scacchi“, dice Sutskever. “Ormai le AI battono anche i campioni mondiali, e nessuno capisce ancora come ragionano“.
Insomma, un bel rebus. Sutskever però è ottimista: “Le future AI capiranno le cose anche con pochi dati, senza confondersi. Non vi dico come, e non vi dico quando. Ma succederà, segnatevelo“.