Il Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore ha pubblicato lo schema di decreto ministeriale con i nuovi compensi per la “riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi” che devono essere pagati alla SIAE da produttori e importatori di apparecchi destinati alla registrazione e di supporti. Rispetto al decreto del 2020 firmato da Dario Franceschini ci sono aumenti generalizzati, ma anche un’altra assurda novità.
Compenso per la copia privata sul cloud
L’art. 71-sexies della legge n. 633 del 22 aprile 1941 sul diritto d’autore consente la copia privata su qualsiasi supporto per uso esclusivamente personale, senza scopo di lucro e senza fini commerciali (ovviamente se viene acquistata la versione originale). L’art. 71-septies stabilisce che autori, interpreti e produttori hanno diritto ad un compenso per la riproduzione privata.
Questo compenso deve essere pagato alla SIAE da chi fabbrica o importa in Italia, allo scopo di trarne profitto, gli apparecchi di registrazione e i supporti. In realtà viene aggiunto al prezzo finale del prodotto, IVA inclusa, quindi viene pagato dal consumatore. Si applica su numerosi dispositivi, tra cui CD, DVD, Blu-ray, hard disk, SSD, masterizzatori, televisori, decoder, schede di memoria, chiavette USB, smartphone, tablet, smartwatch, computer e lettori MP3.
L’ultimo aggiornamento del compenso è avvenuto con il decreto del 30 giugno 2020. Il nuovo decreto (PDF), attualmente in consultazione (le risposte devono pervenire entro il 1 settembre), introduce ulteriori aumenti (fino al 40% per gli smartphone), come si può leggere nell’ottimo articolo pubblicato da DDAY.it.
Gli “esperti” del Comitato consultivo hanno aggiunto un’altra categoria di supporto, ovvero lo spazio di memorizzazione in cloud. Questi sono i compensi previsti:
Il compenso massimo mensile per ogni utente è 2,4 euro. Come già avviene per gli altri supporti, Google, Microsoft, Apple e altri provider cloud potrebbero recuperare il costo aumentando l’abbonamento oppure eliminando il piano gratuito. Anche chi usa il cloud per conservare file personali (documenti, foto e altri) dovrà pagare il compenso.
Dato che molti utenti sono abbonati ai servizi di streaming audio e video, in teoria si potrebbe imporre un compenso direttamente ai download di musica, film e serie TV, eventualmente calcolato sulla presunta dimensione dei file. Ma è meglio non dare cattivi consigli.
