Con Kazaa ora si paga

Con Kazaa ora si paga

Altnet, la rete fantasma che si cela nelle viscere di Kazaa, ha ieri preso vita iniziando a sputare link verso contenuti e risorse a pagamento. E questo è solo l'inizio
Altnet, la rete fantasma che si cela nelle viscere di Kazaa, ha ieri preso vita iniziando a sputare link verso contenuti e risorse a pagamento. E questo è solo l'inizio


Roma – Per diverse migliaia di utenti che nelle scorse settimane hanno accettato di partecipare alla prima fase di test di Altnet , la “rete fantasma” peer-to-peer celata in Kazaa, ieri è arrivato il giorno della verità: fra i risultati delle ricerche sono infatti comparsi i primi link verso contenuti a pagamento e pubblicità.

Altnet, frutto della joint venture fra Brilliant Digital Entertainment , un’azienda che si occupa di advertising on-line, e Joltid, specializzata invece nello sviluppo di tecnologie peer-to-peer, è stata installata in sordina, a partire da febbraio, sui PC di tutti gli utenti che hanno installato una versione recente di Kazaa .

La rivelazione , lo scorso mese, che Kazaa contiene al suo interno questo nuovo, e per certi versi inquietante, strumento di advertising, ha sollevato le critiche di moltissimi dei suoi utenti, preoccupati soprattutto per la loro privacy. Da parte sua, Brilliant ha assicurato che il modulo di Altnet installato insieme a Kazaa sarebbe stato attivato solo dietro autorizzazione dell’utente. Così pare sia effettivamente avvenuto: quegli utenti a cui è già stato chiesto di partecipare ad Altnet sostengono infatti di aver avuto l’opportunità di accettare o meno le condizioni proposte attraverso una finestra di pop-up che spiegava, fra le altre cose, le finalità della rete di Brilliant.

Ieri l’azienda ha così iniziato la procedura di “risveglio” del programma dormiente che attiva Altnet, iniziando a veicolare, attraverso Kazaa, risorse a pagamento o sponsorizzate verso un numero selezionato di utenti: i link a tali contenuti vengono inseriti fra le prime posizioni dei risultati di una ricerca e sono in qualche modo legati al termine ricercato. In futuro, quando i contenuti aumenteranno, Brilliant conta di poter offrire la versione a pagamento della maggior parte delle canzoni o dei film più noti.

Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Come si è spiegato lo scorso mese, la rete Altnet non è solo un mezzo per distribuire link e pubblicità, ma una vera e propria rete peer-to-peer autonoma da cui gli utenti potranno scaricare file (ma solo in formato “legalmente digeribile” ai produttori) di vario genere o attraverso cui le aziende potranno lanciare progetti di calcolo distribuito. Quando si accetta di partecipare alla rete Altnet l’utente autorizza infatti Brilliant ad accedere allo spazio disco e alle risorse di calcolo del proprio PC ed utilizzarli per “aggregare contenuti e usarli nel computing distribuito”.

Brilliant, che per integrare il suo servizio in Kazaa paga una quota di affitto a Sharman Networks (proprietaria di Kazaa), dovrà ora capire se il gioco vale la candela: l’azienda dovrà infatti superare le diffidenze non soltanto degli utenti, ma anche dei potenziali partner, come le etichette discografiche: queste sono infatti abituate a vedere in Kazaa non certo un alleato ma, semmai, un acerrimo nemico.

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Pubblicato il 21 mag 2002
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