Conferme dall'Olanda: certi link sono illegali

Conferme dall'Olanda: certi link sono illegali

La società che gestisca un database di link, accusata e condannata per il suo search, non ricorrerà contro la sentenza e pagherà i danni ai discografici. Passa un principio pesantissimo
La società che gestisca un database di link, accusata e condannata per il suo search, non ricorrerà contro la sentenza e pagherà i danni ai discografici. Passa un principio pesantissimo

Amsterdam – Con una certa amarezza la comunità P2P internazionale sta venendo a conoscenza in queste ore della decisione assunta dai gestori di Zoekmp3.nl di non ricorrere alla Corte Suprema contro la sentenza di appello che, al contrario di quella di primo grado, ha sancito l’illegalità della pubblicazione di un database di link , quanto questi puntino a materiale protetto dal diritto d’autore e pubblicato altrove da altri.

La clamorosa sentenza che ha azzoppato Zoekmp3, è arrivata lo scorso giugno e in molti speravano che i gestori del celebre servizio, fondato su un motore di ricerca di link proposti dagli utenti del sito, avrebbero richiesto l’intervento della Corte Suprema, cercando così di bypassare il giudizio di secondo grado.

Così non è stato. BREIN , l’omologa olandese dell’italiana SIAE , ha fatto sapere di avere notizia dell’intenzione dei gestori di pagare ai discografici i danni che sarebbero derivati dalla pubblicazione di quel database dinamico con relativo motore di ricerca . Danni il cui ammontare deve ancora essere deciso.

Una anticipazione confermata da Zoekmp3, che in una nota ha fatto sapere che all’epoca dell’appello “noi stessi abbiamo chiesto al tribunale un giudizio chiarificatore sulla legalità dei nostro servizio. Rispettiamo il giudizio del tribunale, secondo cui è illegale fare un uso strutturato dell’offerta massiva di file musicali illegali in Internet. E quindi abbiamo deciso di non appellarci alla Corte Suprema e pagare i danni a BREIN”.

Di interesse segnalare che in primo grado i gestori del sito erano stati assolti in quanto, dinanzi alla segnalazione della presenza nel proprio database di un link a materiale pirata, si erano sempre attivati per rimuoverlo. Ma BREIN voleva di più: anziché vedersi costretta a segnalare ogni singolo link, l’organizzazione per la raccolta del diritto d’autore in Olanda ha chiesto ed ottenuto dalla Corte d’Appello che la mera pubblicazione di quei link e messa a disposizione di un motore per la ricerca nei link venisse considerata illegale.

Le conseguenze della sentenza d’appello sono ancora tutte da determinare. Sebbene si tratti di una decisione che riguarda un servizio specializzato nei file musicali circolanti in rete, quindi di un search dedicato arricchito dalle segnalazioni di una folta comunità di utenti, c’è chi teme un effetto virale della sentenza, che possa cioè estendersi ad una pletora di altri servizi di search. Inutile dire che i più blasonati motori di ricerca, tutti senza eccezione, permettono ai più abili searcher di trovare in rete, e nei computer connessi alla rete, pressoché qualsiasi cosa.

Secondo BREIN “la decisione del tribunale in questa vicenda è in linea con la giurisprudenza internazionale”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 19 set 2006
Link copiato negli appunti