Contrappunti.it: torte in faccia a Bill Gates

Contrappunti.it: torte in faccia a Bill Gates

di Massimo Mantellini. L'uomo più ricco del mondo non può sposare una propria impiegata e imporle come condizione prematrimoniale il poter frequentare la sua ex-fidanzata una settimana all'anno
di Massimo Mantellini. L'uomo più ricco del mondo non può sposare una propria impiegata e imporle come condizione prematrimoniale il poter frequentare la sua ex-fidanzata una settimana all'anno


Web (Internet) – Bill Gates ha l’incomparabile vantaggio di essere un uomo di mezza età di dubitabile bellezza. Ed è, credetemi, una fortuna. Ha in più la capacità unica di apparire malvestito in qualunque occasione sia che indossi una t-shirt al raduno dei miliardari grunge che si tiene annualmente sia che navighi dentro un gessato blu mentre stringe la mano a Tony Blair.

E meno male perché al peso dell’invidia mondiale che incombe sui vialetti di Redmond nei confronti della software house più ricca del mondo non potrebbe aggiungersi quello per il fascino del suo proprietario multimiliardario.

E:

L’informazione su Microsoft e su Bill Gates in particolare in questi anni non ha mai conosciuto il comfort della moderazione. Alla gran massa delle notizie positive (quelle che spesso i media riservano ai potenti di qualunque razza) nell’ultimo decennio si è opposto il mugugno sempre più alto che si levava da ogni angolo di Internet sulla pochezza tecnologica dei sistemi operativi Windows, sulla inaccessibilità dei suoi codici sorgente, sulla pesantezza degli applicativi che Microsoft di fatto impone al 90 per cento dei PC in circolazione.

Se su un qualunque magazine capitava di leggere delle iniziative benefiche del giovane Bill, delle sue acquisizioni di codici leonardeschi, della incomparabili facilitazioni al nostro vivere futuro che i programmatori Microsoft stavano preparando (fortemente motivati da stipendi in buona parte corrisposti in azioni della società) su Internet si moltiplicavano le voci “contro” anche in considerazione del tardivo e rumoroso sbarco in rete della società di Bill Gates avvenuto con la consueta irruenza del potente.

Con le stesse difficoltà di orientamento in tanti in questi giorni scriveranno del pre-verdetto che dopo mesi di sedute-fiume ha stabilito che Microsoft Corporation ha violato le normative antitrust americane ed ha causato gravi danni economici ai concorrenti. Con la curiosità di chi si sofferma sul luogo di un incidente stradale in molti osserveranno le sorti del titolo Microsoft in borsa; in troppi mormoreranno “io lo avevo detto”, in tanti andranno a rivedere su qualche sito antiGates le immagini dell’attentato con torta in faccia che il povero Bill subì qualche anno fa a Bruxelles.

Microsoft a questo punto ha discrete possibilità di finire smembrata come capitò anni fa ad AT&T: il puritanesimo americano difficilmente concede sconti e le dichiarazioni di Janet Reno del Dipartimento di Giustizia in questi giorni non fanno immaginare nulla di diverso a riguardo degli orientamenti definitivi dei giudici nella causa intentata contro Microsoft. Per noi europei le conseguenze non sembrano poi così rilevanti ed è comunque tutto da vedere che un mercato più libero generi automaticamente prodotti meno stupidi di quelli attuali.

E:

Se oggi qualcuno mi chiedesse per quale ragione è giusto che il monopolio Microsoft venga in qualche maniera limitato credo che vorrei rispondere con due considerazioni minime ininfluenti e opposte.

Perché non è possibile che l’uomo più ricco del mondo al momento di sposare una semplice impiegata dei suoi uffici le imponga fra le varie condizioni contrattuali prematrimoniali (si sa gli americani hanno idee un po ‘ diverse dalle nostre in materia) quella di poter, per una settimana all’anno, frequentare la sua ex-fidanzata. Cosa ci volete fare, pesa molto di più questo sulla mia testa che non l’eseguibile da 5 Mbyte di Word sul mio sfiatatissimo e vecchio PC.

E nonostante tutto (anche per quella voglia di moderazione di cui accennavo prima) non posso fare a meno di pensare che spiaccicare una torta alla panna in faccia a un lungagnone con gli occhiali come Bill sia un atto di vera crudeltà (in gran parte per via degli occhiali) e che non debba essere per nulla piacevole andarsene in giro (con la moglie o, una settimana all’anno, con la ex-fidanzata) con l’incubo di vedere da ogni angolo sbucare un pazzo che ha deciso, solo perché sei l’uomo più ricco del pianeta, di farti assaggiare a tutti costi un nuovo tipo di leccornia.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il 8 nov 1999
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