Copernicus, Sentinel-1A in orbita

Copernicus, Sentinel-1A in orbita

L'Agenzia Spaziale Europea annuncia la partenza del primo satellite del progetto. Un ambizioso sistema di monitoraggio completo delle condizioni ambientali e dei cambiamenti climatici del pianeta
L'Agenzia Spaziale Europea annuncia la partenza del primo satellite del progetto. Un ambizioso sistema di monitoraggio completo delle condizioni ambientali e dei cambiamenti climatici del pianeta

Il satellite Sentinel-1A è partito con successo dallo spazioporto ESA (Europea Space Agency) nella Guiana Francese, lanciato a bordo di un razzo Soyuz per raggiungere l’atmosfera terrestre e dare così il via all’ambizioso programma di monitoraggio Copernicus. Copernicus è destinato a raccogliere l’ eredità di Envisat , fornendo tutta una serie di strumenti di monitoraggio del pianeta, del clima e dei cambiamenti atmosferici i cui dati finali saranno aperti alla consultazione del più ampio pubblico: istituti di ricerca e governi, ma anche aziende e altri soggetti interessati.

Sentinel-1A, il primo satellite di una costellazione di sei che compone il programma Copernicus, verrà raggiunto in orbita da un apparato gemello (Sentinel-1B) entro la fine dell’anno: assieme, i due Sentinel-1x saranno in grado di fornire un’immagine radar di qualsiasi zona della Terra entro un tempo di sei giorni.

Nel corso dei prossimi anni, inoltre, Copernicus si arricchirà di altri satelliti capaci di catturare immagini ottiche in alta risoluzione di foreste e uso del suolo (Sentinel-2), di raccogliere dati su zone oceaniche e terrestri (Sentinel-3), e di monitorare la composizione chimica dell’atmosfera terrestre (Sentinel 4 e 5).

Con Copernicus, ESA e l’Unione Europea investono 3,7 miliardi di euro per un programma di monitoraggio planetario ambizioso e aperto al pubblico. Ma Copernicus non è l’unica iniziativa “spaziale” a cui pensa la UE: un recente voto del Parlamento di Bruxelles ha approvato un programma di “sorveglianza dello spazio e di localizzazione” (SST) che mira a mettere assieme le capacità di controllo dei singoli paesi dell’Unione così da evitare incidenti e danni economici derivanti dai rischi della spazzatura spaziale in orbita.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 4 apr 2014
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