Coronavirus: stop alle pubblicità delle mascherine su Google

COVID-19: Google, no alle pubblicità di mascherine

Per scongiurare qualsiasi tipo di possibile abuso Google ferma temporaneamente ogni forma di advertising legata alla vendita di mascherine.
COVID-19: Google, no alle pubblicità di mascherine
Per scongiurare qualsiasi tipo di possibile abuso Google ferma temporaneamente ogni forma di advertising legata alla vendita di mascherine.

Al fine di scongiurare qualsiasi rischio di abusi, Google ha deciso di impedire temporaneamente la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie legate alla vendita di mascherine mediche sui propri circuiti di advertising. Una decisione presa nell’ambito dell’emergenza coronavirus che interessa ormai gran parte del mondo.

Niente advertising per le mascherine su Google

Lo stop non riguarda al momento altre tipologie di prodotti che nelle ultime settimane abbiamo visto essere interessate da ingiustificati aumenti dei prezzi come i gel igienizzanti. Non è ad ogni modo da escludere che la misura possa essere estesa più avanti anche ad articoli di natura differente. Questa la breve dichiarazione affidata dal gruppo di Mountain View alla redazione del sito CNBC.

Per un eccesso di cautela abbiamo deciso di mettere al bando temporaneamente tutte le pubblicità sulle mascherine mediche. Stiamo monitorando in modo attivo la situazione e continueremo a intraprendere azioni, quando necessario, per proteggere gli utenti.

Potrebbero ad ogni modo trascorrere alcuni giorni prima che tutte le forme di advertising già distribuite e relative alle mascherine scompaiano dalle piattaforme di Google.

Focalizzando l’attenzione sull’Italia, nelle scorse settimane l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è rivolta agli e-commerce chiedendo chiarimenti sulle pratiche messe in atto al fine di contrastare le speculazioni legate al coronavirus. Tra coloro che hanno risposto c’è Amazon, affermando di essersi mossa eliminando oltre un milione di prodotti con una descrizione non conforme e cancellando migliaia di inserzioni a prezzi gonfiati.

Fonte: CNBC
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Pubblicato il
11 mar 2020
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