COVID e lavoro: un mese di assenza per contagiato

COVID e lavoro: un mese di assenza per contagiato

Il nuovo report INAIL fotografa l'impatto della pandemia sul mondo del lavoro: un mese di assenza, in media, per ogni malato di COVID.
COVID e lavoro: un mese di assenza per contagiato
Il nuovo report INAIL fotografa l'impatto della pandemia sul mondo del lavoro: un mese di assenza, in media, per ogni malato di COVID.

Sappiamo che l’arrivo di COVID-19, ormai quasi due anni fa, ha portato alla massiccia e repentina adozione dello smart working in ambito professionale, ma quanto ha impattato sul mondo del lavoro in termini di presenza in azienda? Molto, stando al nuovo report pubblicato da INAIL: un mese di assenza (in media) per ogni contagiato.

INAL: l’impatto del COVID sul mondo del lavoro

È quanto emerge dalla più recente rilevazione dell’istituto. Le infezioni avvenute in ambito professionale, segnalate dall’inizio della crisi sanitaria al 31 dicembre 2021, sono state in totale 191.046. La cifra di per sé dice poco, ma equivale a un sesto delle denunce di infortunio pervenute dal gennaio 2020 in poi e al 3,1% di tutti coloro che in Italia hanno contratto la malattia.

Prendendo in considerazione i casi di contagio riconosciuti e indennizzati, il 99% è associato a inabilità temporanee, mentre la quota relativa a menomazioni permanenti si attesta allo 0,7% e le rendite a superstiti per decesso allo 0,3%.

L’inabilità temporanea riconosciuta per ogni tipo di indennizzo ha raggiunto complessivamente quasi quattro milioni di giornate, con un numero medio di giorni di assenza dal lavoro, compresi i tre di franchigia, pari a 30. L’assenza media dal posto di lavoro di un infortunato da COVID-19 è dunque di un mese.

In merito ai decessi, quelli conseguenti a infezioni luogo di sul lavoro risultano essere in totale 811, circa il 25% di tutte le morti bianche da gennaio 2020, lo 0,6% di coloro scomparsi in Italia a causa di COVID-19. Un fenomeno che ha interessato molto di più gli uomini (82,5%) e coloro nella fascia d’età 50-64 anni (71%). Oltre un quarto (25,8%) è avvenuto tra il personale sanitario e socio-assistenziale, particolarmente esposto al virus soprattutto durante la prima fase della pandemia, in assenza di protezioni adeguate e prima dell’arrivo dei vaccini.

Sul sito ufficiale dell’INAIL è possibile consultare il report completo e le schede di approfondimento inerenti alle singole regioni.

Fonte: INAIL
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Pubblicato il
27 gen 2022
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