In India, dal 1° aprile 2022, sono crollati i volumi di scambio di criptovalute. Si tratta di una situazione sintomatica non solo perché recente, ma anche perché le sue origini sono derivano da una causa recente. Infatti, questo dato, registrato da Crebaco, società esperta in servizi di ricerca crittografica, fondamentalmente è causato da due problemi.
Il primo riguarda la nuova tassa che il Governo Indiano ha applicato sulle criptovalute. Si tratta di un 30% netto sui profitti delle transizioni crittografiche. Il secondo, invece, riguarda l’applicazione effettiva di questa tassa, che non fa differenza sulle perdite in quanto questa legge non consente di compensarle su altre transazioni.
Ma dove sono finiti tutti questi volumi che prima alimentavano la criptosfera? A questa domanda ha dato risposta Suril Desai, avvocato di crittografia, che ha percorso un’ipotesi alquanto reale, ma allo stesso tempo triste per le criptovalute:
Gli unici volumi di scambio che otteniamo provengono da borse centralizzate. Potrebbero verificarsi scambi fuori catena di cui non c’è traccia.
In altre parole, secondo l’avvocato Desai, i volumi di scambio si sono spostati da un’altra parte, lasciando quindi le transazioni crittografiche attualmente tassate. Perciò ora i dati si sono spostati dalle criptovalute alle borse centralizzate.
Criptovalute: l’India sta influenzando il mercato crittografico
Non ci sono dubbi sul fatto che l’India, in questo momento e con questa nuova tassa, sta influenzando il mercato crittografico. Gli investitori di criptovalute indiani risultano penalizzati da questa novità apportata alla legge fiscale del Paese. Ecco come ha commentato la situazione Sathvik Vishwanath, co-fondatore e CEO di Unocoin, famoso exchange indiano:
Le persone che guadagnano meno di 1.000.000 di rupie all’anno sono interessate da un’imposta sul reddito fisso del 30% sulle criptovalute. 1% TDS colpisce i market maker e i fornitori di liquidità. Entrambi sono necessari per un migliore ecosistema crittografico in India.
L’India ha quindi deciso di tassare le criptovalute e Bitcoin. Nondimeno, però, il Paese vuole puntare tutto sulla rupia digitale. Quindi il settore crittografico in sé potrebbe fornire supporto a questo progetto, soprattutto perché l’utilizzo di una rete blockchain sarà fondamentale, se si vuole raggiungere il successo.
L’inversione di tendenza potrebbe arrivare a breve
Per questo e altri motivi il futuro delle criptovalute non sarà così nero come può sembrare. Inoltre, un tale calo, registrato tra i volumi di scambio crittografici dal 1° aprile 2022, si rivelerà, con molta probabilità, solamente temporaneo. Di questa idea è Johnny Lyu, CEO di KuCoin, che ha tranquillizzato il mondo crittografico in India affermando:
KuCoin non ha registrato alcun deflusso, secondo i dati interni. Ciò può essere spiegato dal più alto grado di cripto-natività dei nostri utenti. La nuova legge influenzerà l’umore e il comportamento del mercato a breve termine, ma sarà difficile bloccare l’adozione delle criptovalute a lungo termine.