Veloci, precisi, efficienti, i robot del futuro saranno in grado di fare quasi tutto e di farlo bene. L’ennesimo esempio arriva dall’ Homestad Miami Speedway , dove nel corso dell’ultimo weekend si è svolta una delle tappe del Robotics Challenge Trials , torneo di avvicinamento al Darpa Robotics Challenge che andrà in scena nel dicembre del prossimo anno.
Con l’ obiettivo di incentivare lo sviluppo di mezzi capaci di muoversi e operare in situazioni di emergenza e catastrofi naturali, semplificando oppure replicando il lavoro umano e offrendo modelli con comandi facili da attivare e alla portata di tutti, sedici squadre si sono sfidate in otto prove per testare reattività ed efficacia dei rispettivi robot.
Dalla guida di un veicolo alla rimozione dei detriti, dal muoversi tra le scale alla chiusura di una valvola, passando per l’azionare un sistema antincendio e per la rottura di pannelli che ostacolano una strada, non tutti i robot sono riusciti a portare a termine il compito e ben tre squadre hanno chiuso l’esperimento con zero punti.
A guardare tutti dall’alto è stato Schaft , una creatura di Hirochika Inoue, uno dei massimi visionari della robotica che da quasi quaranta anni si dedica alla realizzazione di prototipi capaci di ripetere le gesta umane. Con l’aiuto di alcuni studenti dell’Università di Tokyo, Inoue ha firmato un umanoide di 98 Kg alto poco meno di un metro e mezzo, che ha sbaragliato i rivali conquistando 27 punti sui 32 disponibili e mancando il bottino pieno solo per una guida del veicolo un po’ travagliata.
Un’affermazione decisa, per un progetto già noto agli addetti ai lavori (il robot è un’evoluzione del vecchio modello HRP-2): l’azienda è entrata da tempo nella grande famiglia di Google, particolarmente sensibile al settore robotico. “Il lavoro di Inoue lascia sbalorditi e già durante i sopralluoghi presso i laboratori giapponesi della Scharf eravamo rimasti meravigliati davanti ai loro robot”, ha spiegato Gill Pratt, responsabile del Robotics Challenge.
Al secondo posto si è classificata IHMC Robotics (20 punti), che ha vinto il duello con Tartan, terza a 18 punti, mentre il robot del MIT si è fermato al quarto posto (16 punti).
Per loro e per le altre aziende classificatesi nelle prime otto posizioni, il guanto di sfida è rimandato al prossimo anno: nel frattempo tutti continueranno a sperimentare e apportare modifiche, anche grazie ai finanziamenti elargiti da Darpa, con la speranza di aggiudicarsi i due milioni di euro che l’agenzia di ricerca destinerà al vincitore del Robotics Challenge.
Alessio Caprodossi