Datagate, NSA e le grandi orecchie di PRISM

Datagate, NSA e le grandi orecchie di PRISM

L'intelligence statunitense avrebbe auscultato le conversazioni private di 35 leader politici in tutto il mondo. L'Espresso indaga su un'operazione di sorveglianza a mezzo cavi sottomarini
L'intelligence statunitense avrebbe auscultato le conversazioni private di 35 leader politici in tutto il mondo. L'Espresso indaga su un'operazione di sorveglianza a mezzo cavi sottomarini

In un memo confidenziale rilasciato dalla talpa Edward Snowden, si rivela come l’intelligence statunitense avrebbe monitorato le conversazioni telefoniche di 35 leader politici in tutto il mondo . Dopo le spiegazioni richieste alla Casa Bianca dal cancelliere tedesco Angela Merkel, le ultime rivelazioni pubblicate dal quotidiano britannico The Guardian assegnano alla National Security Agency (NSA) un ruolo primario nelle attività di sorveglianza delle comunicazioni dai dispositivi personali di numerosi esponenti di governo.

“Il suono della mia voce era stato inserito nel grande cervello – ha dichiarato l’ex-premier italiano Romano Prodi in un articolo pubblicato da Il Messaggero – e quindi ogni mia conversazione veniva automaticamente registrata da qualsiasi apparecchio telefonico fosse generata”. Da presidente della Commissione Europea, Prodi aveva già scoperto anni fa di essere finito nella rete di Echelon, il grande orecchio che ha poi generato il programma PRISM.

Stando alle nuove spifferate di Snowden, NSA avrebbe ottenuto i numeri telefonici dei vari leader mondiali da un non meglio specificato dipartimento governativo a stelle e strisce. Nessun dettaglio sui nomi completi dei politici presi in esame, in una lista di oltre 200 numeri forniti dal misterioso funzionario USA. L’intelligence nazionale avrebbe successivamente approfittato di certi rolodex degli archivi gestiti dalla Casa Bianca o dal Pentagono contenenti numeri di fax o cellulari di leader politici e militari residenti all’estero .

“Con ondate che si succedono con crescente intensità, si ha notizia di controlli illegittimi sulle comunicazioni da parte di alcuni paesi a danno di altri – ha spiegato Prodi al Messaggero – Ciò infrange non solo le regole giuridiche internazionali ma gli stessi diritti fondamentali dei cittadini”. L’ex-presidente della Commissione Europea ha ricordato una conversazione privata con l’allora presidente di ENI Gian Maria Gros-Pietro, il cui verbale era finito alla stampa che precisava provenisse “dalle nostre fonti americane”.

Mentre il premier Enrico Letta chiede al governo statunitense tutte le verifiche del caso, un’ inchiesta pubblicata dal settimanale L’Espresso ha provato a fare luce sulle attività di intercettazione in Italia grazie ai cavi sottomarini e in particolare ai nodi siciliani. Con la collaborazione del giornalista Glenn Greenwald – di fatto, il depositario di tutti i segreti consegnati da Snowden – l’Espresso tira in ballo anche i servizi segreti britannici del Government Communications Head Quarter (GCHQ) .

In sostanza, l’Italia sarebbe nel mirino non solo di PRISM, ma anche del programma TEMPORA , che si serve dei cavi in fibra ottica sottomarini per intercettare traffico telefonico, email o web. Tra i cavi interessati, il primo sarebbe il SeaMeWe3 , con terminale a Mazara del Vallo; il secondo il SeaMeWe4 , con uno snodo a Palermo, “città da cui transita anche il flusso di dati del FEA ( Flag Europe Asia ). E i primi due appartengono a consorzi di imprese di cui fa parte anche Telecom Sparkle, società del gruppo italiano Telecom”, si legge nei documenti pubblicati da L’Espresso .

Mentre l’intelligence tricolore smentisce ogni sorta di collaborazione con i servizi segreti statunitensi o britannici – “I nostri servizi di informazione negano non solo di far parte, ma addirittura di conoscere un programma di spionaggio denominato TEMPORA”, è stato assicurato – il presidente di Alleanza per Internet, ex-Garante della privacy, Franco Pizzetti non crede che i servizi segreti italiani risultino davvero all’oscuro di tutta la faccenda. “È vero che molta stampa, e anche alcuni giornalisti molto preparati, hanno cercato comprensibilmente di dare una lettura tranquillante (sic) del fenomeno, ma non possiamo credere che i servizi non abbiano letto né sentito nulla – ha spiegato Pizzetti – Che poi le autorità italiane si siano distinte per il loro silenzio assordante durato fino a ieri è vero. Unica eccezione è stata la autorità garante dei dati personali, il cui presidente ha segnalato tempestivamente che il Garante italiano stava già operando di intesa con le altre autorità europee”.

Nel frattempo, attraverso gli attivisti di American Civil Liberties Union (ACLU), Snowden ha chiesto al governo statunitense di interrompere la sua campagna di minimizzazione degli effetti di PRISM – le autorità federali continuerebbero a mentire sulle reali operazioni di sorveglianza in tutto il mondo – mentre l’iniziativa Stop Watching Us è pronta alla manifestazione di protesta alla Union Station di Washington .

Coinvolti nello scandalo noto come Datagate, poi, operatori del web come Facebook rischiano un’indagine ufficiale per la presunta consegna di dati personali allo spionaggio USA , sollecitata dalla Irish Data Protection Commission (IDPC) su pressione del gruppo Europe vs Facebook . A favore dei cittadini della rete si muove anche Brewster Kahle, fondatore del famoso repository del sapere Internet Archive, che ha annunciato che tutte le comunicazioni dei suoi utenti verranno cifrate a protezione della privacy digitale dalla orwelliana NSA.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
25 ott 2013
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