Digital divide culturale: un problema da risolvere

Digital divide culturale: un problema da risolvere

L'Italia ha il dovere di mettere in campo risorse per combattere il divario digitale: se ne parla all'Assemblea nazionale di Repubblica Digitale.
Digital divide culturale: un problema da risolvere
L'Italia ha il dovere di mettere in campo risorse per combattere il divario digitale: se ne parla all'Assemblea nazionale di Repubblica Digitale.

Se c’è qualcosa che l’indice DESI ci ha fatto capire con estrema chiarezza è il fatto che l’Italia dell’innovazione deve fare sicuramente i conti con condizioni esogene particolarmente difficili, ma deve altresì fare i conti con carenze endogene particolarmente penalizzanti. La penuria di competenze digitali, in particolare, è un collo di bottiglia che il nostro Paese deve necessariamente affrontare di petto, perché in caso contrario diventa impossibile innescare quel ciclo virtuoso tra investimenti, performance ed innovazione che può portare il sistema Italia verso un regime di maggiori potenzialità.

Come combattere il digital divide culturale

Di questo si sta discutendo in occasione dell’Assemblea nazionale di Repubblica Digitale, una iniziativa pensata per combattere il divario digitale di natura culturale e promosso dal Dipartimento per la Trasformazione digitale.

Nel corso dell’evento è stato presentato, con il supporto di Invitalia e del Politecnico di Milano, il primo rapporto di monitoraggio del Piano operativo della Strategia nazionale per le competenze digitali. Il Piano, che sarà aggiornato anche sulla base delle indicazioni del rapporto, prevede 110 azioni da portare a termine entro il 2025 e che raggiungeranno 20 milioni di cittadini; 50% dei dipendenti pubblici; 2,5 milioni di lavoratori del settore privato; 6 milioni di studenti e 800.000 docenti.

Secondo la visione del ministro per l’innovazione, Vittorio Colao, sono quattro i versanti sui quali occorre lavorare con priorità:

  1. la formazione delle competenze, in particolar modo STEM;
  2. il settore pubblico in cui soprattutto la dirigenza nel campo della transizione digitale deve rafforzare le proprie competenze;
  3. le competenze di ICT nelle aziende e
  4. le competenze di ICT più generali dei cittadini, anche per facilitare l’utilizzo dei servizi pubblici digitali.

Serve l’impegno dei singoli, serve l’impegno delle istituzioni, ma fondamentale è la funzione di raccordo di tutte quelle organizzazioni che hanno la capacità e le potenzialità per trasformare questi moti a procedere in vere iniziative sul campo per il trasferimento delle competenze.

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Pubblicato il
17 nov 2021
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