Diritto d'autore: AGCOM, ecce enforcement

Diritto d'autore: AGCOM, ecce enforcement

Approvato all'unanimità il testo contenente le nuove disposizioni sulla tutela del diritto d'autore. Nessuna punizione per i netizen, solo per i siti legati alla condivisione illegale. Due mesi di tempo per discuterne
Approvato all'unanimità il testo contenente le nuove disposizioni sulla tutela del diritto d'autore. Nessuna punizione per i netizen, solo per i siti legati alla condivisione illegale. Due mesi di tempo per discuterne

“Una sintesi efficace tra le contrapposte esigenze di tutelare la libertà della Rete e la titolarità dei contenuti”. Così il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) Corrado Calabrò, descrivendo in estrema sintesi il nuovo testo della delibera sulla tutela del diritto d’autore.

Un testo, riassunto in un comunicato , approvato all’unanimità dal Consiglio di AGCOM, al termine di una “approfondita analisi che si è avvalsa anche dell’indagine conoscitiva il diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica “. È stato quindi avviato un periodo di consultazione pubblica di 60 giorni , in vista dell’eventuale trasformazione in legge del “pacchetto d’iniziative”.

Un efficace bilanciamento degli interessi in campo. Così il presidente Calabrò ha sottolineato come verrà rispettato il “diritto dei cittadini alla privacy”, insieme all’accesso alla cultura e alla Rete . A non parteciparvi più potrebbero infatti essere tutti quegli spazi votati alla violazione del copyright.

Il testo di AGCOM ha dunque rassicurato gli animi più accesi sulla possibile implementazione di un regime come quello dei three strikes . I provvedimenti da prendere a tutela del diritto d’autore si sono in sostanza ispirati – si legge nel testo – a best practices internazionali come quelle del notice-and-takedown statunitense .

AGCOM diventerebbe “garante” del corretto funzionamento di un sistema in quattro punti. Il primo sulla richiesta di rimozione dei contenuti al gestore del sito o al fornitore del servizio di media audiovisivo da parte del titolare del diritto o copyright.

La “mancata rimozione dei contenuti” – decorse 48 ore dall’inoltro della richiesta – dovrà essere segnalata all’Autorità. Il terzo punto riguarda un’eventuale verifica da parte della stessa AGCOM attraverso un breve contraddittorio con le parti . Al quarto scatta l’ordine di rimozione “qualora risulti l’illegittima pubblicazione di contenuti protetti da copyright”.

Una rimozione “selettiva” sarebbe poi appropriata solo nei casi in cui non tutti i contenuti del sito web violino il diritto d’autore e siano collocati sul territorio italiano .

Per quanto invece concerne quei siti che “hanno il solo fine della diffusione di contenuti illeciti o i cui server sono localizzati al di fuori dei confini nazionali”, AGCOM si è rimessa al parere degli esperti, ipotizzando comunque due scenari. Primo, si metterà a disposizione dei vari provider una lista di siti illegali .
Secondo, ci sarà la possibilità – ma solo “in casi estremi e previo contraddittorio” – di inibire “il nome del dominio del sito web, ovvero dell’indirizzo IP”. AGCOM avrebbe quindi “corretto la rotta sul diritto d’autore”, almeno secondo il responsabile del forum comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni.

“È positivo che AGCOM abbia abbandonato l’idea di una velleitaria crociata contro il P2P – ha spiegato Gentiloni – per concentrarsi invece su misure concrete, sia nella repressione dei siti illegali (e non dei singoli utenti), sia nella promozione del downloading legale”.

Alle azioni sanzionatorie si sono infatti affiancate iniziative per favorire la diffusione di una sorta di cultura del diritto d’autore. A partire dalla promozione di un’ampia offerta di contenuti audiovisivi sul mercato , della sperimentazione di sistemi di licenze collettive estese, con la rimozione delle barriere allo sviluppo di contenuti legali.

Negli Stati Uniti, una serie di prove tecniche d’embargo ha colpito diversi siti legati alla pirateria. I vari domini sono stati sequestrati dalle autorità federali senza alcun avviso o richiesta di rimozione dei contenuti illeciti. Attesi ulteriori sviluppi in merito alla possibile adozione del famigerato Combating Online Infringement and Counterfeits Act (COICA).
In Spagna , la proposta di modifica alla legge 32/2002 sui servizi della società dell’informazione aveva invocato la formazione di una speciale commissione per la tutela della proprietà intellettuale. I siti verrebbero segnalati e chiusi dalle autorità giudiziarie iberiche.
Tra i vari cable pubblicati da Wikileaks c’è un gruppo di documenti che spiegherebbe come i vari rappresentanti dell’industria culturale a stelle e strisce abbiano spinto – se non addirittura dettato – le autorità spagnole verso l’adozione di una legge come quella dell’economia sostenibile.

In Italia non si sarebbe prevista “alcuna forma di controllo sugli utenti”, così come sottolineato dallo stesso Calabrò. Né di censura del web. AGCOM ha deciso di segnalare al Governo e al Parlamento l’opportunità di una revisione complessiva delle norme sul diritto d’autore , che risultano “inadeguate allo sviluppo tecnologico e giuridico del settore”.

“La proposta di AgCom per contrastare la pirateria online costituisce una seria ed efficace risposta alla necessità di tutelare i contenuti digitali in Rete – si può leggere in un comunicato ufficiale della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) – in una fase nella quale il decollo dell’offerta legale è ancora aggredito dalla contraffazione”.
“L’offerta legale di musica online, con svariati milioni di titoli a disposizione su decine di piattaforme in Italia, rappresenta oggi circa il 20 per cento del mercato della musica con oltre 20 milioni di fatturato nel 2009 – ha spiegato il presidente di FIMI Enzo Mazza – ma la pirateria continua ad essere una spina nel fianco di questo promettente mercato e bene ha fatto l’AGCOM a mettere a punto con un efficace sistema di contrasto”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 17 dic 2010
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