DNA, in USA si schedano i neonati

DNA, in USA si schedano i neonati

Test taciti e obbligatori per i bebè nati negli States. Ciò che preoccupa di più sono le politiche, variabili a seconda dello stato, che regolano il trattamento di questi dati
Test taciti e obbligatori per i bebè nati negli States. Ciò che preoccupa di più sono le politiche, variabili a seconda dello stato, che regolano il trattamento di questi dati

Ogni nuovo nato negli Stati Uniti viene regolarmente sottoposto a uno screening completo del proprio codice genetico , senza richiedere l’assenso dei genitori in quanto è lo stesso Governo centrale a rendere obbligatorio questo test: tanto quanto le principali vaccinazioni. A rivelarlo è la CNN che cita il caso di Annie Brown, neonata la cui predisposizione genetica alla fibrosi cistica era stata rivelata ai genitori una volta eseguito questo test ormani divenuto di routine .

La direttiva che impone l’analisi dei corredi genetici di tutti i neonati statunitensi arriva direttamente da Washington, ma l’organizzazione finale è demandata, come prevede il sistema federale USA, ai singoli stati: i quali posso decidere autonomamente la durata del periodo in cui trattenere i dati genetici dei cittadini. Questo è il punto cruciale in: una pratica che ricorda quanto predetto mostrato in Gattaca , i dati di milioni di neonati vengono registrati e immagazzinati per periodi che variano da due settimane fino all’archiviazione permamente.

I dati di chi nasce in Lousiana vengono trattenuti per 2 settimane, ma in Minnesota e in California, per esempio, le banche genetiche possono solo aumentare la propria mole, in quanto continuano a immagazzinare schede senza eliminarne. In alcuni casi, come in Texas, è possibile per i genitori richiedere che la cartella relativa al proprio pargolo venga distrutta.

Oltre al fastidio di dover comparire in database dove un tempo venivano registrati solo i condannati , per i registrati sorgono anche dei problemi dettati dal sistema sanitario statunitense: il test ha un costo che viene generalmente coperto dall’assicurazione e se viene rilevata un qualche difetto genetico, come nel caso di Annie Brown, questa viene inserita nel profilo del cittadino. Il quale potrebbe trovarsi a dover pagare un sovrapprezzo per le spese mediche qualora gli sia stata diagnosticata una qualche malformazione congenita.

Gridare all’eugenetica risulterebbe inappropriato, ma ci si chiede in ogni caso quale possa essere il motivo che spinga le amministrazioni di California, Maine, Michigan, Minnesota, North Carolina, Tennessee e Vermont a trattenere a tempo intederminato vita morte e miracoli di chi alla vita si è appena affacciato.

Una questione analoga ha fatto discutere in Gran Bretagna, dove è stata istituita un’anagrafe del DNA per i soli criminali condannati ma che in origine prevedeva criteri di ammissione molto più elastici: ridotti poi nel corso dell’iter legislativo.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
8 feb 2010
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