Dropbox, il noto servizio di cloud storage, si è trovato al centro di una polemica, quando alcuni utenti hanno scoperto che una funzione in fase di test basata sull’intelligenza artificiale trasmetteva i loro dati a OpenAI. La funzione era abilitata in modo predefinito per gli utenti che avevano un abbonamento premium.
OpenAI è una delle organizzazioni più famose nel campo dell’intelligenza artificiale, soprattutto per il suo modello linguistico ChatGPT, che ha dato origine a molti chatbot usati da diverse aziende per interagire con i propri clienti. Tra questi, ci sono Microsoft Copilot (prima chiamato Bing Chat) e Google Bard, due dei chatbot più diffusi al mondo.
Una funzione di Dropbox condivide i dati con OpenAI senza il consenso degli utenti
Ma l’intelligenza artificiale non si limita ai chatbot, anzi, molti altri servizi stanno sfruttando le sue potenzialità e Dropbox è uno di questi. Il servizio di cloud storage ha introdotto Dropbox AI, che si appoggia a servizi esterni. Il problema è che uno di questi servizi è proprio OpenAI, e che Dropbox condivide con esso alcuni dati degli utenti.
Questo fatto ha suscitato molta preoccupazione tra gli utenti del servizio, che temono che i loro file possano essere usati da OpenAI per l’addestramento i suoi modelli linguistici. Questi modelli, infatti, si basano sui dati raccolti da Internet, che vengono usati per creare un database. In questo modo, l’intelligenza artificiale può rispondere alle domande, generare testo, codice, e così via.
La denuncia di una scrittrice e le reazioni degli esperti
La questione è venuta alla luce quando Winifred Burton, una scrittrice, ha pubblicato uno screenshot della funzione sui suoi social media. Chi non ha un account Bluesky, può usare Skyview per vedere il post senza registrarsi. Karla Ortiz, un’artista e una critica dell’uso dell’intelligenza artificiale, ha evidenziato la mancanza di etica di Dropbox, che ha imposto la funzione agli utenti senza informarli del coinvolgimento di un servizio esterno, che potrebbe avere accesso a dati sensibili.
Dropbox sostiene di usare i modelli di intelligenza artificiale di terze parti solo per fornire risposte alle ricerche degli utenti. Dice che i dati degli utenti non vengono usati per allenare i suoi modelli interni e che tutti i dati vengono cancellati dai server di terze parti entro 30 giorni. Questa dichiarazione è molto generica, ma soprattutto: perché abilitare questa funzione di default? Perché non avvisare gli utenti prima di introdurla? Questo è ciò che irrita le persone.
ArsTechnica riferisce che Drew Houston, il CEO di Dropbox, si è scusato per la confusione e ha chiarito che c’è una levetta nel menu delle impostazioni che permette di attivare o disattivare l’accesso alle funzioni di Dropbox AI e che nessuna delle impostazioni manda i dati degli utenti a servizi di terze parti. L’opzione AI di terze parti nel menu delle impostazioni consente o impedisce l’accesso alle funzionalità di DBX AI. Nessuna delle impostazioni trasmette automaticamente o passivamente i dati dei clienti Dropbox a un servizio di AI di terze parti.
Still, any customer confusion about this is on us, and we'll take a turn to make sure all this is abundantly clear! More broadly, our AI principles are available here: https://t.co/vy2uM1nf1i
— Drew Houston (@drewhouston) December 13, 2023
Come disabilitare le funzioni di intelligenza artificiale
Gli utenti di Dropbox che non vogliono condividere i propri dati con OpenAI, possono seguire questi passaggi:
- Accedere al proprio account Dropbox.
- Fare clic sull’immagine del profilo e selezionare Impostazioni.
- Andare alla scheda AI di terzi. Spostare l’impostazione su Off.
Così facendo, si eviterà di usare le funzioni di terze parti offerte da Dropbox.
Non c’è motivo di preoccuparsi se non si trova l’impostazione nella pagina. L’intelligenza artificiale di Dropbox non è disponibile per tutti gli utenti: secondo le FAQ pubblicate sul sito web dell’azienda, le funzioni di intelligenza artificiale (che sono ancora in fase alfa) sono disponibili solo per gli utenti premium del servizio di cloud storage.