EFF all'offensiva per fermare Washington

EFF all'offensiva per fermare Washington

Utilizzerà tutti gli strumenti giuridici statunitensi per denunciare le attività del governo che invadono la privacy digitale (e non) dei cittadini
Utilizzerà tutti gli strumenti giuridici statunitensi per denunciare le attività del governo che invadono la privacy digitale (e non) dei cittadini

San Francisco (USA) – Electronic Frontier Foundation , la storica associazione californiana che lotta per difendere le libertà digitali, ha lanciato il progetto FLAG per “controllare i controllori”. L’iniziativa sfrutterà gli strumenti giuridici dell’ordinamento statunitense per monitorare l’attività di controllo online esercitata dal governo, sia attraverso il controverso programma di spionaggio domestico varato all’indomani dell’11 Settembre 2001, sia per mezzo delle backdoor di stato presto obbligatorie per tutti gli ISP e gli operatori telefonici.

L’idea che ha spinto EFF alla creazione del gruppo di lavoro FLAG, sito a Washington, è che “i segreti di stato posti sulle intercettazioni ed il controllo delle attività telematiche possono aprire la strada ad abusi di potere”, spiegano gli avvocati David Sobel e Marcia Hofmann, membri dello staff legale dell’associazione. “Il governo continua a monitorare i cittadini e sta facendo il possibile per evitare che questi fatti emergano all’attenzione del pubblico”, ha spiegato Sobel.

Sobel è tra i fondatori di Electronic Privacy Information Center , una delle più importanti risorse internazionali interamente dedicate allo studio degli strumenti per mantenere la riservatezza ai tempi di Internet. L’avvocato conta su un curriculum piuttosto nutrito di vittorie: nel corso degli anni è riuscito a costringere Washington alla pubblicazione di numerosi dettagli sulle tecnologie impiegate per l’intercettazione ed il controllo dei mezzi di comunicazione.

Il servizio offerto dai membri del progetto FLAG è aperto a tutti gli utenti statunitensi e non che vogliano interessarsi alla propria privacy. Durante lo scandalo sulle intercettazioni è infatti emerso che i maggiori operatori di telefonia avrebbero monitorato anche le comunicazioni tra cittadini americani ed il resto del mondo.

Il problema del cosiddetto “spionaggio domestico” è piuttosto sentito anche in Europa e l’Italia figura al primo posto nella classifica europea per numero di intercettazioni. A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, le autorità dei paesi europei possono avviare una procedura d’intercettazione solo con l’esplicita richiesta di un magistrato.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 14 set 2006
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