Elezioni libere, anche dagli sms

Elezioni libere, anche dagli sms

Cittadini senza sms per due giorni. Il governo cambogiano la chiama sicurezza elettorale ma le opposizioni non ci stanno e replicano: si lede il diritto di comunicazione fra gli individui
Cittadini senza sms per due giorni. Il governo cambogiano la chiama sicurezza elettorale ma le opposizioni non ci stanno e replicano: si lede il diritto di comunicazione fra gli individui

Phnom Penh – Milioni di utenti cambogiani sono rimasti senza possibilità di ricevere o inviare sms per due giorni. Si tratta di un provvedimento messo in atto lo scorso fine settimana dal governo asiatico al fine di impedire che i partiti ricorressero al classico stratagemma del messaggino elettorale poco prima dell’apertura delle urne per accaparrarsi in extremis le preferenze dei cittadini ancora tentennanti.

Sono scattate subito le proteste all’indirizzo dell’attuale esecutivo che, secondo le opposizioni, avrebbe compiuto un gesto assolutamente non necessario. Tra l’altro, dicono, l’avviso che spiegava il black out temporaneo è arrivato proprio tramite sms, dunque oltre al danno c’è stata anche la beffa, visto che sono proprio gli sms il metodo di comunicazione digitale più utilizzato del paese. Va infatti specificato che le reti mobili in Cambogia sono molto diffuse e utilizzate, al contrario dei servizi di telefonia fissa che sono addirittura forniti da una compagnia che ha la base nel vicino Vietnam.

nelle campagne Secondo gli operatori umanitari si tratta di un vero e proprio cappio applicato alla libertà di espressione dei cittadini in un momento cruciale della nazione e sottolineano l’inutilità e la violenza di questo atto. Per difendere questa sua controversa decisione, il Comitato Nazionale per le Elezioni si è appellato alle leggi vigenti, che vietano espressamente di proseguire e/o lanciare campagne elettorali nel week end elettorale. Inoltre il Ministro delle Telecomunicazioni So Khun ha precisato che i tre maggiori provider nazionali da subito hanno dato il loro placet all’operazione.

Lo stato indocinese non è nuovo, come del resto molti altri paesi asiatici, a misure che limitano le funzionalità degli apparecchi mobili. Lo scorso anno infatti fece scalpore la notizia della completa messa al bando dei cellulari di terza generazione, colpevoli, per il governo, di facilitare la diffusione di contenuti pornografici tra gli utenti. Analogamente a quanto accade in Cina , la legislazione cambogiana prevede sanzioni severe per chi invia pornografia attraverso il bluetooth o gli infrarossi del proprio telefonino.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 3 apr 2007
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