La pubblicazione degli Epstein Files ha il potenziale di scuotere le fondamenta della politica americana e non solo, anche in un periodo storico come quello attuale in cui abbiamo normalizzato gli eccessi. L’enorme archivio di documenti collegati a Jeffrey Epstein è online sul sito del Dipartimento della Giustizia, seppur ancora con molti omissis. Navigare al suo interno può non essere semplice, qui è dove forniamo qualche dritta.
Come navigare nell’archivio degli Epstein Files
Anzitutto, il database è diviso in quattro macro-sezioni: Court Records (verbali da casi civili e penali), DoJ Disclosures (materiale pubblicato in seguito a una legge approvata dal Congresso e firmata da Trump), Freedom of Information Act (materiale pubblicato in seguito a richieste pubbliche) e House Committee Disclosures (materiale in gran parte già pubblicato in passato). Da qui si può partire per sfogliarlo, tenendo conto che i contenuti potrebbero includere descrizioni di molestie o violenze sessuali, risultando dunque non adatti a tutti.
Nelle directory sono presenti documenti, foto, video e audio. Alcuni di questi mostrano senza censura i volti di Bill Clinton, del principe Andrea, di Mick Jagger e di Michael Jackson. Questo, va specificato, non implica alcuna colpevolezza o coinvolgimento nei crimini di Epstein.

Il modo più rapido per navigare nell’archivio è partire dai dataset che lo compongono. Eccoli: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Al loro interno sono linkati i singoli file PDF che eventualmente è possibile scaricare e sfogliare in locale. C’è anche uno spazio su Drive gestito da CBS per una navigazione semplificata, con tanto di filtri per la ricerca tramite data o persona coinvolta.
Ci sono molti volti censurati, non sempre per ragioni giustificate. Questo tipo di protezione è prevista solo in circostanze specifiche come nel caso di immagini violente o per omettere dettagli riguardanti le vittime ancora in vita.
Un’altra risorsa molto particolare, in questo caso online dal mese scorso, è Jmail, a cui abbiamo dedicato un articolo su queste pagine. Raggiungibile all’indirizzo jmail.world, riproduce l’interfaccia di Gmail per consultare la posta elettronica scambiata da Epstein.