App Store e Apple Pay: avviata un'indagine antitrust in Europa

Europa: indagine antitrust su App Store e Apple Pay

La Commissione Europea ha confermato l'avvio di un'indagine sull'operato della mela morsicata: App Store e Apple Pay sotto la lente di ingrandimento.
Europa: indagine antitrust su App Store e Apple Pay
La Commissione Europea ha confermato l'avvio di un'indagine sull'operato della mela morsicata: App Store e Apple Pay sotto la lente di ingrandimento.

Da Bruxelles l’annuncio ufficiale di un’indagine antitrust sul gruppo di Cupertino, avviata dopo aver raccolto diverse segnalazioni: l’occhio della Commissione Europea è puntato sul servizio Apple Pay dedicato ai pagamenti e sulla piattaforma Apple Store impiegata per la distribuzione di applicazioni, giochi e contenuti, un marketplace il cui giro d’affari è quantificato in 519 miliardi di dollari.

Commissione Europea, un’indagine su App Store e Apple Pay

L’obiettivo è quello di far luce sulla possibilità che i termini e le restrizioni applicate dalla mela morsicata possano innescare dinamiche penalizzanti per la concorrenza in diversi settori, come emerso da un’analisi preliminare. Una questione legata a doppio filo a quella che lo scorso anno ha visto Spotify puntare il dito verso l’azienda di Tim Cook accusandola di comportamenti scorretti nei confronti dei competitor nel territorio dello streaming musicale. Nel comunicato dell’istituzione anche il riferimento alla denuncia depositata da un non meglio precisato distributore di eBook e audiolibri.

Il servizio Apple Pay per i pagamenti

La Commissione verificherà se i paletti imposti da Apple agli sviluppatori, ad esempio quelli relativi all’obbligo di utilizzare in modo esclusivo la propria soluzione per gli acquisti in-app, siano conformi o meno a quanto prevede la legislazione europea sulla concorrenza. Sotto osservazione anche il divieto di promuovere metodi di pagamento alternativi, spesso più convenienti per l’utente finale.

Per quanto riguarda il servizio Pay invece Bruxelles prenderà in esame le condizioni imposte dalla società californiana a chi desidera implementare la soluzione per ricevere il denaro attraverso applicazioni e siti Web. Da valutare inoltre se l’accesso esclusivo all’utilizzo del modulo NFC integrato nei dispositivi della linea iPhone possa costituire o meno un danno per i competitor, per la libertà di scelta e più in generale per l’innovazione.

La posizione di Apple

Riportiamo di seguito in forma integrale e tradotta la replica di Apple all’annuncio.

Nel corso della nostra storia, Apple ha creato prodotti e servizi innovativi in alcuni dei mercati più competitivi al mondo. Rispettiamo la legge in tutto ciò che facciamo e supportiamo la concorrenza in ogni fase poiché crediamo che ci spinga a ottenere risultati ancora migliori.

Abbiamo sviluppato App Store con due obiettivi in mente: essere un luogo sicuro e protetto in cui i clienti possono scoprire e scaricare applicazioni nonché una grande opportunità di business per imprenditori e sviluppatori. Siamo profondamente orgogliosi della moltitudine di sviluppatori che hanno innovato e raggiunto il successo attraverso la nostra piattaforma. E crescendo insieme abbiamo continuato a offrire nuovi servizi innovativi, come Apple Pay, che fornisce la migliore esperienza ai clienti risultando conforme agli standard più elevati in termini di privacy e sicurezza.

È spiacevole che la Commissione Europea porti avanti lamentele infondate da parte di poche aziende che semplicemente vogliono beneficiarne senza sforzi, senza giocare con le stesse regole imposte agli altri. Pensiamo non sia corretto, vogliamo mantenere un contesto in cui tutti coloro dotati di determinazione e grandi idee possano avere successo.

In conclusione, la nostra volontà è semplice: per i nostri clienti offrire accesso alla scelta delle migliori applicazioni e dei migliori servizi in un ambiente sicuro e protetto. Accogliamo con favore l’opportunità di spiegare alla Commissione Europea tutto ciò che abbiamo fatto per trasformare questo obiettivo in una realtà.

Come già visto per altre indagini di Bruxelles sull’attività di colossi del mondo online o hi-tech, potrebbero essere necessari diversi anni prima di arrivare a una conclusione, anche se l’intenzione manifestata negli ultimi anni sotto la direzione di Margrethe Vestager è quella che mira a un’accelerazione e a una riduzione delle tempistiche.

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Pubblicato il
16 giu 2020
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