Nuova acquisizione per Facebook: questa volta tocca a CTRL-Labs, una startup con sede a New York fondata meno di quattro anni fa e responsabile di una tecnologia che permette di controllare i device con il solo pensiero. Stando a quanto rendono noto fonti a conoscenza dell’operazione (non confermate), l’entità dell’investimento economico messo sul piatto è compresa tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari.
Facebook compra CTRL-Labs per l’interfaccia neurale
Il sistema messo a punto dal team permette di interpretare gli input neurali attraverso un dispositivo indossabile e non invasivo, più nello specifico un bracciale, per poi tradurli in comandi da inviare a un software. Un principio non del tutto dissimile da quello sperimentato da Elon Musk con Neuralink, una sorta di interfaccia neurale. Queste le parole di Andrew Bosworth, Vice President della divisione AR/VR per il gruppo di Menlo Park.
Una tecnologia di questo tipo ha il potenziale di offrire nuove possibilità creative e di re-immaginare le invenzioni del XIX secolo nel contesto odierno.
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Il personale di CTRL-Labs si unirà a quello già al lavoro nei Reality Labs di Facebook, dove già stanno prendendo vita gli occhiali AR connessi al cervello. Questo il funzionamento del bracciale: gli impulsi elettrici trasmessi dai neuroni nel midollo spinale per attivare i muscoli ed effettuare i movimenti, paragonabili in un certo senso ai click del mouse o alla pressione di un pulsante, possono essere intercettati dai sensori posizionati nel dispositivo e convertiti in un segnale di tipo digitale da inviare a sua volta a una qualsiasi interfaccia.
Uno dei fondatori della startup è Thomas Reardon, in passato al lavoro con Microsoft. Tra coloro che in seguito alla creazione hanno contribuito a finanziarne l’attività con un investimento complessivo quantificato in 28 milioni di dollari anche Alphabet (la parent company di Google) e Amazon attraverso l’Alexa Fund. La strategia di Facebook relativa alle acquisizioni è stata di recente messa sotto osservazione da parte della Federal Trade Commission statunitense per possibili ripercussioni negative sulla concorrenza.