Facebook, le notizie dei meno informati

Facebook, le notizie dei meno informati

Un americano su tre consuma informazione grazie alle condivisioni sul social network californiano. Ma solo il 4 per cento sfrutta la rete in blu per reperire effettivamente notizie
Un americano su tre consuma informazione grazie alle condivisioni sul social network californiano. Ma solo il 4 per cento sfrutta la rete in blu per reperire effettivamente notizie

Sulla più estesa piattaforma social, il passaggio dalla generica condivisione di contenuti al consumo attivo di informazione può essere repentino. Uno studio condotto dal progetto dedicato al giornalismo presso il Pew Research Center ha scoperto che la disseminazione di notizie su Facebook rappresenta, per gli utenti adulti negli Stati Uniti, una pratica comune ma allo stesso tempo incidentale.

Da un campione di utenti del social network californiano, il 47 per cento ha visualizzato almeno una notizia condivisa dagli amici in blu . Dal momento che il 64 per cento dell’intera popolazione statunitense è in possesso di un account Facebook, la percentuale di adulti che si informa a mezzo social arriva a quota 30 per cento. In altre parole, circa un americano su tre sfrutta il sito di Menlo Park anche per reperire news.

Ma si tratta di un comportamento assolutamente incidentale per la maggior parte degli utenti sulla piattaforma di Mark Zuckerberg: il 78 per cento del campione analizzato dal Project Journalism del centro Pew Research ha ammesso un consumo di notizie assolutamente non previsto, ovvero partito dalla connessione al sito californiano per motivi personali completamente diversi.

In pratica , solo il 4 per cento dell’utenza statunitense ha dichiarato di sfruttare Facebook specificamente per il consumo di notizie online . “Credo che Facebook rappresenti il modo migliore per trovare notizie senza avere alcuna intenzione di cercarle”, ha commentato un utente. Allo stesso tempo, il 47 per cento del campione ammette l’importanza di Facebook per reperire (casualmente) notizie che mai avrebbe cercato su altre piattaforme oppure offline.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
29 ott 2013
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