Sparatoria Pensacola: iPhone sbloccati da FBI senza l'aiuto di Apple

FBI sblocca gli iPhone di Pensacola senza Apple

Gli investigatori sono riusciti ad accedere ai telefoni degli attentatori anche senza l'aiuto del gruppo di Cupertino: rinvenuti legami con Al Qaida.
FBI sblocca gli iPhone di Pensacola senza Apple
Gli investigatori sono riusciti ad accedere ai telefoni degli attentatori anche senza l'aiuto del gruppo di Cupertino: rinvenuti legami con Al Qaida.

Nel mese di gennaio l’FBI ha chiesto ad Apple di sbloccare gli iPhone posseduti dall’attentatore della sparatoria di Pensacola, ricevendo un secco no dal gruppo di Cupertino: una decisione giustificata dalla volontà di proteggere la privacy degli utenti, nonostante la disponibilità a collaborare per far luce sulla vicenda. Una posizione che è costata anche una tirata d’orecchie al CEO Tim Cook da parte di Donald Trump. Torniamo oggi a parlare del caso perché gli agenti del Bureau statunitense hanno affermato di essere riusciti a mettere le mani sulle informazioni desiderate anche senza l’aiuto della mela morsicata.

Sparatoria Pensacola: gli iPhone e Al Qaida

È probabile che per farlo si siano avvalsi di uno strumento chiamato GrayKey, un box hardware in grado di mettere in ginocchio la sicurezza dello smartphone nonostante le protezioni implementate. Oggi gli investigatori rendono noto di aver rinvenuto tracce di una connessione tra il responsabile del folle gesto e l’organizzazione terroristica Al Qaida. Ecco quanto si legge sulle pagine di CNN.

Gli investigatori statunitensi hanno scoperto connessioni con Al Qaida dopo che FBI ha violato la crittografia che proteggeva gli iPhone dell’attentatore saudita.

Nell’occasione il procuratore generale William P. Barr ha nuovamente puntato il dito contro Apple, chiedendo al governo USA di imporre al produttore l’introduzione di una backdoor nei dispositivi commercializzati, così da poter accedere immediatamente alle informazioni in caso di necessità a fini d’indagine. Una richiesta che la mela morsicata non è disposta ad accogliere, confermando però di essere come sempre disponibile a collaborare con le autorità quando possibile con l’obiettivo comune di far luce sui crimini commessi.

È proprio perché ci sentiamo seriamente responsabili della sicurezza nazionale che non crediamo nella creazione di una backdoor: renderebbe ogni dispositivo vulnerabile ai malintenzionati che la mettono in pericolo e che desiderano violare la protezione dei dati dei nostri clienti.

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L’attentato è avvenuto nella giornata del 6 dicembre quando il criminale ha fatto irruzione nella Naval Air Station di Pensacola, in Florida, aprendo il fuoco e uccidendo tre persone, ferendone altre otto prima di essere abbattuto a sua volta.

Fonte: 9to5Mac
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Pubblicato il
19 mag 2020
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