Web (internet) – La notizia ha compiuto il giro della rete in un attimo. Ieri pomeriggio si è saputo che la polizia norvegese ha fatto irruzione due giorni fa nell’abitazione del ragazzo 16enne Jon Johansen provvedendo a sequestrare tutti i materiali informatici e persino un telefono. L’azione della polizia è arrivata dopo che alcune delle majors di Hollywood, tra cui Universal, Sony, MGM e Warner, avevano deciso di denunciare il ragazzo per la creazione del DeCSS, il programma che consente di riversare su computer il contenuto dei DVD.
Sebbene non si abbiano molti dettagli, pare che il ragazzo sia stato rilasciato dopo un interrogatorio durato molte ore. Per lui c’è ora l’incriminazione per aver superato le barriere di protezione dei DVD creando il DeCSS. Una incriminazione che riguarda anche il padre del ragazzo sul cui sito per la prima volta apparve il programma, successivamente ripreso e ripubblicato da innumerevoli altri siti.
L’arresto ha del clamoroso per almeno tre ragioni. La prima è che il DeCSS era pensato essenzialmente come strumento casalingo per poter leggere propri DVD su propri sistemi Linux. La seconda è che l’arresto del ragazzo arriva dopo due settimane di aggressioni legali da parte delle majors di Hollywood contro tutti i siti che hanno pubblicato il DeCSS ma anche contro tutti i siti che hanno pubblicato soltanto link a siti che ospitavano il DeCSS. Proprio nelle scorse ore sono arrivate due ingiunzioni, di due diversi tribunali americani, contro siti che hanno pubblicato il DeCSS.
Ma il clamore è reso ancora più ampio dal fatto che un DVD, come osservava qualche settimana fa il “guru” della rete Eric Raymond , può essere copiato bit per bit con o senza il DeCSS. Di conseguenza la battaglia degli industriali del cinema è pretestuosa e pensata per costituire precedenti sui quali ingabbiare quella che chiamano pirateria e che è, invece, una semplice operazione di reverse engineering.
Su questo fronte ha annunciato battaglia la Electronic Frontier Foundation a cui va associandosi un numero sempre maggiore di organizzazioni e individui in rete. Il rischio, naturalmente, è che l’industria imponga censure opprimenti su Web a colpi di avvocati e, da ieri, di polizia. Per Johansen, invece, c’è l’opportunità di diventare simbolo di una battaglia di libertà.