La Francia ad Amazon: ''la sicurezza dei lavoratori prima di tutto''

Francia: Amazon perde l'appello, prima la sicurezza

Sconfitta in sede d'appello per Amazon in Francia: ancora stop alla vendita diretta nel paese di prodotti ritenuti non essenziali.
Francia: Amazon perde l'appello, prima la sicurezza
Sconfitta in sede d'appello per Amazon in Francia: ancora stop alla vendita diretta nel paese di prodotti ritenuti non essenziali.

L’attività e-commerce di Amazon in Francia non tornerà ai soliti ritmi, almeno per il momento. A stabilirlo la Corte d’Appello di Versailles con un documento (PDF) in cui si fa il punto sulla questione che da ormai quasi due settimane sta provocando lo stop dell’attività per il gruppo nel territorio transalpino.

La Francia ad Amazon: prima la sicurezza dei lavoratori

Tutto ha avuto inizio quando a metà aprile un tribunale ha imposto alla società di operare solo ed esclusivamente per garantire la consegna di prodotti essenziali e di prima necessità o di dispositivi medici. Allora Amazon decise di chiudere i sei magazzini presenti nei confini francesi, dichiarandosi impossibilitata a stabilire con certezza quali articoli rientrano nella categoria e quali invece no. Pochi giorni dopo la conferma della misura in seguito al mancato accordo con le rappresentanze dei lavoratori. Di seguito il post condiviso dalla divisione francese del gruppo dopo che il ricorso in appello è stato rispedito al mittente.

Abbiamo recepito l’esito del nostro appello rimanendo perplessi per la decisione presa.

Nel suo pronunciamento la Corte d’Appello ha sottolineato come Amazon non abbia posto in essere le misure precauzionali necessarie a garantire un’adeguata sicurezza dei lavoratori impiegati nei centri, in particolare in alcune aree specifiche come gli spogliatoi. Ricordiamo ad ogni modo che l’azienda ha fornito mascherine e previsto il controllo della temperatura all’ingresso per tutte le sue strutture a livello globale.

Per quanto riguarda l’attività nel paese legata all’e-commerce, al momento è prevista una sanzione da 100.000 euro per ogni spedizione effettuata contenente articoli che non sono ritenuti di prima necessità.

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Pubblicato il
27 apr 2020
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