Sharenting: abbiamo istituzionalizzato la faccina con i cuoricini

Sharenting: abbiamo istituzionalizzato la faccina con i cuoricini

L'appello del Garante Privacy ai genitori per metterli in guardia sui pericoli dello sharenting: siamo sinceri, servirà a ben poco.
Sharenting: abbiamo istituzionalizzato la faccina con i cuoricini
L'appello del Garante Privacy ai genitori per metterli in guardia sui pericoli dello sharenting: siamo sinceri, servirà a ben poco.

Sette anni fa pubblicavamo su queste pagine un articolo dal titolo Il profilo dei nostri figli, toccando un tema delicato come la condivisione online delle immagini e delle informazioni riguardanti i più piccoli. Non potevamo (o forse non volevamo) immaginare ciò che sarebbe accaduto poi, con una diffusione sempre più massiccia del cosiddetto sharenting, fenomeno a cui oggi il Garante Privacy dedica un approfondimento.

Sharenting: l’appello del Garante Privacy

Cos’è il sharenting? È un neologismo, una parola macedonia che nasce in inglese dalla fusione di share (condividere) e parenting (genitorialità). Potevamo forse non importarla? Certo che no. È quella pratica che, cedendo alla tentazione di proiettare all’esterno del nucleo familiare (e talvolta ostentando) la propria felicità, alla ricerca di like, commenti e cuoricini, rischia di mettere a repentaglio l’unico elemento innocente e vulnerabile dell’equazione: il figlio stesso.

Secondo il Garante Privacy, che da tempo osserva e studia il fenomeno, la diffusione non condivisa di immagini rischia … di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli. E già questo è uno spunto su cui varrebbe la pena spendere una riflessione. È la conseguenza diretta dell’influenza di un mondo social in cui è diventato normale farlo, aggiungiamo noi.

È dunque necessario che i “grandi” siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete (tendenzialmente per sempre) delle loro foto, anche in termini di utilizzo di immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi.

Un emoji come foglia di fico della nostra vanità

L’appello è condivisibile, ma non prendiamoci in giro: rimarrà inascoltato. Ne è consapevole l’autorità stessa, che infatti poco dopo fornisce alcuni consigli utili per contenere il danno. E qui ci spiazza.

Accertato che papà e mamma difficilmente troveranno la forza necessaria per resistere al desiderio di pubblicare foto e video dei loro pargoli su TikTok, Instagram o Facebook, suggerisce di coprire il viso con una faccina. O di pixellarlo. Non è un fake: è nella guida del Garante. Siamo arrivati all’istituzionalizzazione dell’emoji con gli occhi a forma di cuore. È accaduto tutto così in fretta.

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Pubblicato il
26 nov 2025
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