Gestire grandi quantità di informazioni in modo intelligente e ottimale è oggi un’esigenza prioritaria per aziende di ogni tipo, requisito di fondamentale importanza per il processo decisionale e nello svolgimento dell’attività quotidiana. Talvolta però i dati si trovano su sistemi differenti: ecco perché in un contesto simile diviene essenziale il ruolo delle piattaforme cloud ibride così come quello degli strumenti per analizzarne gli insight. Un’ennesima testimonianza arriva dallo studio condotto da Forrester Consulting e commissionato da Oracle intitolato “Moving the Needle: Data Management for the Multi-Hybrid Age of IT“.
Lo studio di Oracle e Forrester
Dalla ricerca emerge che l’82% dei 670 CIO, CTO e responsabili chiamati in causa riconosce come buona pratica investire in una strategia lungimirante che attraverso una corretta gestione delle informazioni porterà benefici al business in termini anche di comprensione del cliente e customer experience. Il 73% ammette che la propria azienda ha adottato approcci disparati e ora si trova a dover fare i conti con la frammentazione in vari comparti (i cosiddetti silos), impedendo un accesso semplice ai dati quando ce n’è bisogno.
Ancora, il 64% degli intervistati si dichiara alle prese con un’infrastruttura multi-cloud o ibrida e il 70% delle società considera un’urgenza la semplificazione dei processi IT. A preoccupare è in primis il fatto che l’attenzione per la sicurezza e la governance impediscono di ottenere benefici importanti. Questo il commento di Reinier van Grieken, Vice President di Oracle Systems per l’area Europa Medio Oriente e Africa.
Le aziende sanno di aver bisogno di informazioni basate sull’analisi dati per poter operare in modo nuovo e innovativo e far fronte a priorità aziendali diversificate e spesso inattese. Devono essere in grado di riunire i dati provenienti da tutte le fonti su un’unica piattaforma, per trarne senso e valore, indipendentemente da dove si trovino in origine. Ciò che conta è quello che possono fare adesso con le informazioni, perché i dati definiscono il futuro del lavoro, e lo fanno sempre di più in un ambiente multi-cloud ibrido.
Riportiamo di seguito altre statistiche di interesse emerse dallo studio:
- nel 60% dei casi l’adozione di un approccio multi-cloud è spinta dalla necessità di diversificare accesso e funzionalità specifiche;
- l’83% delle aziende ritiene di dover tenere il passo con i requisiti di sicurezza dei dati man mano che avanzano nella loro roadmap tecnologica;
- circa la metà afferma di non possedere le competenze necessarie per proteggere i dati in modo adeguato e mantenere la conformità alle norme;
- complessivamente il 36% dei dati è ancora on-premise, il 19% su cloud pubblico e il 18% su cloud privato;
- il 34% del settore pubblico e delle organizzazioni sanitarie ha una strategia dati incompleta.
Chiudiamo con un focus su quello che forse è il risultato più interessante tra quelli raccolti: la natura dei dati è notevolmente cambiata. Nel 31% dei casi è tabulare o strutturato, mentre il 18% della quota restante è costituita da testo e quella rimanente da immagini o video generati in modo automatico.