GoFundMe, dopo i Ferragnez è arrivata l'Antitrust

GoFundMe, dopo i Ferragnez è arrivata l'Antitrust

L'Antitrust ha comminato 1,5 milioni di euro di sanzione alla piattaforma di raccolta fondi GoFundMe, quella usata dai Ferragnez per il San Raffaele.
GoFundMe, dopo i Ferragnez è arrivata l'Antitrust
L'Antitrust ha comminato 1,5 milioni di euro di sanzione alla piattaforma di raccolta fondi GoFundMe, quella usata dai Ferragnez per il San Raffaele.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha annunciato una sanzione da 1,5 milioni di euro alla piattaforma GoFundMe per “pratiche commerciali scorrette”. GoFundMe è un nome salito alla ribalta delle cronache in questo 2020 poiché utile ad avviare raccolte fondi di solidarietà ed è stata anche utilizzata dalla coppia Fedez/Ferragni per sovvenzionare la terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele (qui la loro raccolta fondi, giunta ormai alla soglia dei 4,5 milioni di euro raccolti).

Antitrust, sanzione alla piattaforma usata dai Ferragnez

La sanzione è stata comminata a seguito di due pratiche scorrette in violazione degli articoli 21, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo. Due distinte casistiche, insomma, così spiegate dall’Antitrust:

Nel primo caso ha fornito informazioni ingannevoli sull’assenza di costi riguardo ai servizi erogati. Già dalla homepage e poi nelle pagine delle singole campagne di raccolta, la promozione dei servizi di raccolta fondi sul sito GoFundMe era pubblicizzata con claim immediatamente visibili quali “gratuita“, “senza costi” e “Veloce, gratuito e sicuro“. Si tratta di affermazioni non vere perché esistono costi connessi alle donazioni con carte di credito e di debito e commissioni su ogni transazione a favore della stessa GoFundMe.

Oltre che scorretta dal punto di vista legale, la pratica ha anche evidenti risvolti etici: promuovere la gratuità su strumenti di raccolta fondi senza esplicitare i costi correlati, significa dare la falsa impressione per cui l’intera somma sia destinata alle casse verso cui la propria solidarietà proiettava il proprio impulso.

La seconda pratica sanzionata dall’Autorità riguarda la commissione a favore della piattaforma, in teoria liberamente determinata da chi dona, ma in realtà preimpostata da GoFundMe per valori pari al 10% o al 15% della donazione e modificabile solo dopo vari e non immediati passaggi, che non sempre risultano comprensibili. In particolare ciò avviene quando la partecipazione alla raccolta fondi viene svolta in momenti di particolare urgenza e coinvolgimento emotivo, come accaduto durante la pandemia da Covid-19 o per altre emergenze sanitare.

In questo caso al centro v’è la fee trattenuta dalla stessa GoFundMe, per la quale l’AGCM chiede maggiore chiarezza: sebbene tale percentuale fosse liberamente determinabile, in realtà le procedure rendono questo processo complesso e non trasparente. Per questo motivo, secondo l’Antitrust, è motivato l’intervento sanzionatorio.

L’AGCM, soprattutto, intende punire l’atteggiamento di una piattaforma che durante un momento particolarmente emotivo come quello attraversato durante i mesi del Covid-19, non si sia fatta massima trasparenza sulle procedure: “L’Autorità ha considerato che il motivo per cui i consumatori si rivolgono a GoFundMe – ovvero effettuare versamenti in beneficenza in situazioni eccezionali – può comportare un’attenzione ridotta ai meccanismi di funzionamento del sito o una maggiore propensione a disporre delle proprie risorse finanziarie con il risultato di un indebito condizionamento del meccanismo di preimpostazione delle commissioni. La pratica della preimpostazione della commissione nel frattempo è venuta meno, anche in seguito all’ordine di cessazione adottato dall’Antitrust in sede cautelare nel marzo scorso, nel pieno della prima ondata pandemica“.

Una sanzione attesa, insomma, dopo l’ingiunzione dello scorso mese di marzo quando la piattaforma fu ammonita dall’antitrust e messa nel mirino per il proprio modo di proporsi. Il successo della campagna dei Ferragnez non può che aver attirato le attenzioni dell’Autorità, la quale aveva però ravvisato fin da subito le criticità della piattaforma e con la sanzione odierna il cerchio si è definitivamente chiuso.

Fonte: AGCM
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Pubblicato il
18 dic 2020
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