Bard, un 'bugiardo patologico' secondo i Googler

Bard, un 'bugiardo patologico' secondo i Googler

Nuove testimonianze a proposito dei timori manifestati dagli stessi dipendenti di Google a proposito della tecnologia su cui poggia Bard.
Bard, un 'bugiardo patologico' secondo i Googler
Nuove testimonianze a proposito dei timori manifestati dagli stessi dipendenti di Google a proposito della tecnologia su cui poggia Bard.

Il lancio di ChatGPT da parte di OpenAI ha senza dubbio cambiato le carte in tavola per quanto riguarda le modalità di impiego e di integrazione dei chatbot: ne sa qualcosa Google, in qualche modo costretta a correre ai ripari, avviando e portando avanti in modo più celere del previsto i lavori su Bard. Stando a quanto riportato oggi da Bloomberg, il gruppo di Mountain View avrebbe bruciato le tappe durante la fase di sviluppo, così da non accumulare un ritardo eccessivo nei confronti della concorrenza, ma portando a conseguenze quasi inevitabili.

IA e pericoli: i timori su Google Bard

Abbiamo già scritto su queste pagine come alcuni dipendenti abbiano tentato di opporsi al debutto del servizio, per ragioni legate al rischio di generare risposte errate o fuorvianti. Altri, secondo il nuovo report, in conversazioni interne, avrebbero etichettato il sistema come un bugiardo patologico, peggio che inutile e in grado di fornire repliche potenzialmente pericolose, anche mortali, inerenti ad esempio a un’immersione o alle procedure da seguire per far atterrare un aereo.

Nonostante le perplessità manifestate dai suoi stessi collaboratori, nelle scorse settimane Google ha reso Bard disponibile con accesso anticipato, ampliando così il suo raggio d’azione per affrontare una nuova e più intensa fase di test.

Un portavoce dell’azienda ha riferito a Bloomberg che Google sta continuando a investire nei team al lavoro per applicare i nostri principi legati all’intelligenza artificiale alla nostra tecnologia. Ricordiamo che, in passato, bigG ha in più occasioni fatto riferimento a principi di carattere etico in relazione ai progetti inerenti all’intelligenza artificiale, in alcuni casi rinunciando a partecipare a gare o a bandi come quelli per le iniziative JEDI e Maven promosse dal Pentagono.

Un codice rosso a Mountain View

L’atteggiamento sarebbe cambiato tra novembre e dicembre, proprio in seguito al lancio di ChatGPT, con una sorta di codice rosso (così è definito dalla fonte) attraverso cui il gruppo di Mountain View avrebbe deciso di mettere da parte il proprio approccio cauto all’IA, nel nome della rincorsa alla concorrenza. In altre parole, etichettando Bard come sperimentale, l’azienda si sarebbe dichiarata disposta ad accettare alcuni rischi altrimenti ritenuti inammissibili. In gioco, lo ricordiamo, c’è tra le altre cose la potenziale messa in discussione della leadership nell’ambito dei motori di ricerca. Il nuovo Bing di Microsoft con GPT-4 ha senza dubbio suscitato interesse e attirato nuovi utenti.

Come trapelato a inizio settimana, Google sarebbe al lavoro sia per implementare alcuni strumenti di intelligenza artificiale nel servizio già online, attraverso ciò che è al momento noto internamente come Project Magi, sia per lanciarne uno completamente inedito. Considerando l’appuntamento I/O 2023 ormai alle porte, in programma per il 10 maggio, non servirà attendere molto per saperne di più.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il 20 apr 2023
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