Google Bard ora scrive codice e fa anche debug

Google Bard ora scrive codice e fa anche debug

Google Bard migliora ancora durante la sua fase di open test negli Stati Uniti: ora si occupa anche della programmazione.
Google Bard ora scrive codice e fa anche debug
Google Bard migliora ancora durante la sua fase di open test negli Stati Uniti: ora si occupa anche della programmazione.

Da quando Google Bard è disponibile in accesso anticipato, la società di Mountain View ha continuato a rilasciare aggiornamenti minimi, ma regolari, al fine di perfezionare l’intelligenza artificiale e renderla più performante. Nel mese di marzo, nello specifico, a pochi giorni dal debutto negli Stati Uniti gli sviluppatori hanno applicato migliorie sul fronte di matematica e logica, aprendo la strada verso l’ultimo update particolarmente degno di nota. Di cosa si tratta? Della capacità di generare codice, nonché di eseguire il debug e spiegare il funzionamento.

Google Bard ora è esperto di programmazione

Il “Bardo” di casa Google suona anche le stringhe di codice ora: secondo quanto affermato dalla società e ripreso dagli attenti colleghi di 9to5Google – che hanno accesso al chatbot, al contrario del pubblico europeo – da oggi l’IA può aiutare gli utenti “offrendo nuovi modi per scrivere codice, creare casi di test o aggiornare le API”. Queste nuove funzionalità di codifica mirano ad accelerare lo sviluppo di software, “supportando le persone nella risoluzione di complesse sfide ingegneristiche”.

Per essere più precisi, Google Bard accetta prompt di codice per oltre 20 linguaggi di programmazione, tra cui C++, Go, Java, Javascript, Python e Typescript. Di seguito potete trovare un esempio, fornito proprio da 9to5Google.

Google Bard scrittura codice debug

Una volta scritto il codice e completato il debug, nel caso specifico di Python è persino possibile esportarlo in Google Colab senza copiare e incollare, grazie all’integrazione avanzata. In aggiunta, Bard può spiegare frammenti di codice e cita fonti se si avvale di codice estrapolato da progetti open source già esistenti.

Tuttavia, afferma Google, è sempre consigliabile controllare più di una volta la correttezza dell’output fornito dall’intelligenza artificiale, in quanto gli errori sono sempre dietro l’angolo.

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Pubblicato il
21 apr 2023
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