Google, brevetti da strabuzzare gli occhi

Google, brevetti da strabuzzare gli occhi

Il progetto Glass si arricchisce di anticipazioni e anteprime
Il progetto Glass si arricchisce di anticipazioni e anteprime

Mentre Larry Page è stato avvistato mentre inforcava un prototipo degli occhiali che rappresentano al momento il progetto Glasses in sviluppo, Google ha presentato nove brevetti collegati al nuovo dispositivo: una sorta di anteprima sul futuro.

Ad aprile Google ha confermato l’esistenza dell’atteso “progetto Glass” attraverso cui vuole portare su occhiali grosso modo normali le informazioni e le tecnologie attualmente adottate negli smartphone.
Ora Mountain View sta dimostrando di star lavorando seriamente al progetto, accumulando proprietà intellettuale ad esso collegata: i nove nuovi brevetti coprono le tecnologie più disparate .

Con tali brevetti Google rivendica innanzitutto una tecnologia destinata ad aiutare gli ipo-udenti ad interpretare i rumori che li circondano, offrendo indicazioni sulla provenienza del suono, la sua intensità e altri dati a riguardo.
Gli occhiali per la realtà aumentata di Google integreranno altresì una funzione per la dettatura automatica con conversione dei discorsi in testo scritto.

Uno dei brevetti , poi, riguarda un “sensore su ponte nasale” (quello che unisce le due lenti dei comuni occhiali) da collegare ad una “struttura stile casco montato in testa”, in grado di accendere o spegnerne l’alimentazione nel momento in cui viene indossato o tolto.

Altri quattro brevetti , il numero D659,739 , il D659,741 , il D659,740 e il D660,341 , sono legati al design degli occhiali.

Un quinto brevetto rivendica un “metodo e sistema per selezionare l’interfaccia utente del dispositivo portatile indossabile con gli occhiali”, un altro titolo copre un accelerometro da integrare negli occhiali, uno è relativo ad un sistema per distinguere cosa viene mostrato sui due distinti schermi del device, un altro copre un sistema di comunicazione wireless tra due diversi dispositivi mobile vicini, in cui si descrive anche il possibile utilizzo dei raggi infrarossi per scambiare informazioni tra due persone dotate entrambe degli occhiali di Google.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
24 mag 2012
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