Google vs CNIL ispira un nuovo diritto all'oblio

Google vs CNIL ispira un nuovo diritto all'oblio

Il diritto all'oblio potrebbe cambiare a seguito del parere dell'avvocato generale del caso Google vs CNIL: la geolocalizzazione sia basata sull'utente.
Google vs CNIL ispira un nuovo diritto all'oblio
Il diritto all'oblio potrebbe cambiare a seguito del parere dell'avvocato generale del caso Google vs CNIL: la geolocalizzazione sia basata sull'utente.

Il diritto all’oblio potrebbe cambiare natura nel giro di pochi mesi. La deviazione rispetto all’impronta originale potrebbe scaturire dall’opinione (pdf) dell’avvocato generale Maciej Szpunar il quale, rivalutando la contesa tra Google e la francese CNIL in merito ai provvedimenti di deindicizzazione di alcune pagine dal motore di ricerca, ha tracciato una nuova strada che la CURIA potrà ora seguire. Il parere dell’avvocato non è vincolante, tuttavia ci sono buone possibilità che entro pochi mesi tali indicazioni possano ridisegnare l’interpretazione generale del diritto all’oblio.

La contesa era relativa all’estensione territoriale del diritto all’oblio: così come il CNIL chiedeva a Google una rimozione generale delle url dall’indice, così che a livello globale talune pagine non potessero più essere raggiunte, Google chiedeva per contro che il diritto finisse al confine e che quest’ultimo fosse considerato a partire dal dominio del motore (google.it per l’Italia, google.fr per la Francia, eccetera). La sanzione del CNIL a Google, ed il successivo ricorso dell’azienda di Mountain View, ha generato il casus belli giunto alla Corte di Giustizia Europea.

Il parere dell’Avvocato Generale Szpunar ribalta invece la questione focalizzando l’attenzione non tanto sul motore, quanto sull’utente, imponendo al motore stesso di agire secondo le sue possibilità affinché la geolocalizzazione possa essere fattore discriminante nella composizione dei risultati.

La proposta dell’Avvocato è pertanto la seguente:

[…] il gestore di un motore di ricerca non è tenuto, allorché accoglie una richiesta di deindicizzazione, di effettuare tale deindicizzazione su tutti i nomi di dominio del suo motore affinché, indipendentemente dal luogo a partire dal quale è effettuata la ricerca in base al nome del richiedente, i link controversi non compaiano più.

Viene avanzata piuttosto una soluzione alternativa:

una volta che sia stato accertato il diritto a una deindicizzazione all’interno dell’Unione, il gestore di un motore di ricerca deve adottare tutte le misure a sua disposizione per garantire una deindicizzazione efficace e completa, a livello del territorio dell’Unione europea, incluso mediante la cosiddetta tecnica del «blocco geografico» a partire da un indirizzo IP che è reputato essere ubicato all’interno di uno Stato degli Stati membri, e ciò indipendentemente dal nome di dominio utilizzato dall’utente Internet che effettua la ricerca.

Tale modello interpretativo cambierebbe fortemente il modo in cui Google andrebbe ad applicare il diritto all’oblio e, benché il 99% dell’utenza non si accorgerebbe minimamente della differenza (stima proveniente dalla stessa Google), sarebbero garantiti tutti i diritti che è necessario controbilanciare quando si introduce l’oblio tra le possibilità. Non sarebbe dunque il dominio del motore a fungere da discriminante, ma l’IP dell’utente.

Il documento pubblicato dalla Corte di Giustizia Europea specifica quindi il peso ed il ruolo che tale parere avranno sulla sentenza:

Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Il compito dell’avvocato generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata in una data successiva.

Il diritto all’oblio potrebbe dunque cambiare verso: il limite territoriale non sarebbe più legato alla localizzazione del motore, ma alla geolocalizzazione dell’utente. Così facendo l’Europa non avrà da pretendere l’estensione globale di un diritto che ha espressione legislativa meramente continentale, ma al tempo stesso gli effetti pratici del diritto all’oblio saranno garantiti.

La parola passa ora alla Corte di Giustizia, ove il caso Google vs CNIL rimane pendente in attesa dell’ultimo pronunciamento.

Fonte: CURIA
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Pubblicato il
10 gen 2019
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