Con un post focalizzato sul tema della privacy, il CEO di Google e Alphabet, Sundar Pichai, ha annunciato una stretta alla detenzione dei dati personali degli utenti relativi alla geolocalizzazione. Questo tipo di informazioni è importante per Google per poter coltivare una serie di deduzioni di grande importanza sia per elargire servizi di qualità, sia per fornire annunci pubblicitari con migliori performance.
Google, dopo 18 mesi by default
Il compromesso con la privacy deve però giocoforza volgere in una direzione di maggior controllo e Google intende anticipare i tempi fornendo agli utenti un nuovo tipo di “privacy by default“. La modifica è tanto piccola quanto importante. Nel 2019 Google aveva introdotto un nuovo sistema di gestione dei dati di geolocalizzazione tale per cui i tempi di conservazione dei dati restavano in mano agli utenti stessi. Ognuno poteva dunque scegliere se ridurre i tempi a 18 o 3 mesi, operando così una libera scelta. Si sa, però, che l’inerzia fa brutti scherzi: con ogni probabilità la gran parte degli utenti non mette mai mano a queste impostazioni e ciò determinava pertanto un impatto minimale in termini pratici sulla privacy della community dei Google Account.
La novità sta nel cambio dell’impostazione di default: Google ora imposterà per tutti i nuovi utenti un tempo massimo di 18 mesi, dopodiché i dati scompariranno. Per tutti gli altri resta invece l’opzione antecedente, ossia la possibilità di scegliere se tenere in vita i dati storici, se cancellarli dopo 18 mesi o se eliminarli entro 3 mesi dalla raccolta. Così facendo il nuovo utente che ignora questa opzione vedrà la propria geolocalizzazione eliminata entro un anno e mezzo, così come succederà sulle attività “Web & App”.
Come vedere quali sono le proprie impostazioni di default? Da adesso in avanti sarà possibile cercando “Google Privacy Checkup” su Google, o cliccando qui per atterrare direttamente sulla pagina delle impostazioni.