Google sperimenta ancora col search

Google sperimenta ancora col search

Almeno un paio di opzioni abilitate a caso tra gli utenti di BigG consentono di modificare l'elenco dei risultati delle ricerche. Con qualche risvolto positivo e qualcuno negativo
Almeno un paio di opzioni abilitate a caso tra gli utenti di BigG consentono di modificare l'elenco dei risultati delle ricerche. Con qualche risvolto positivo e qualcuno negativo

Si fa un gran parlare in queste ore dell’ultima novità del campo di ricerca del più diffuso motore del web: Google. Dopo aver liberato dalla schiavitù del marchio beta i suggerimenti di ricerca, e dopo aver avviato la personalizzazione dell’ordine dei risultati tramite l’opzione SearchWiki, ora da Mountain View hanno anche iniziato ad offrire la possibilità di aggiungere una lista di siti giudicati affidabili nel proprio profilo. Un’idea, dicono, che servirà per il momento al singolo utente: ma in futuro, chissà.

In realtà, a quanto pare le modalità di funzionamento del sistema sono almeno due. La prima, che pare essere quella più diffusa, si chiama Preferred Sites , e – per chi abbia attivato SearchWiki nel proprio profilo – consente di andare ad aggiungere nella pagina delle preferenze di ricerca una serie di indirizzi che si ritengono particolarmente autorevoli. CNN , Repubblica , Corriere e New York Times per le news, Techcrunch e Ars Technica per la tecnologia: gli esempi, per tutto quanto è presente su web e secondo i gusti di ciascun utente , potrebbero essere infiniti.

Inserendo le URL preferite, una volta effettuata una ricerca i risultati presenti su quel dominio risulteranno promossi in cima – o quasi – alla lista dei link proposti da Google. Un meccanismo che, fanno sapere da Mountain View, al momento influisce unicamente sui risultati di ricerca personalizzati ma che, in futuro e sempre che questa funzionalità venga promossa al grado di ufficiale e resa disponibile a tutti, potrebbe anche iniziare a modificare gli attuali ranking generali di ricerca seguendo i criteri di attendibilità e autorevolezza generati dalla lista dei siti preferiti inseriti dai singoli utenti.

Diverso nel meccanismo ma dalle caratteristiche simili è invece Subscribed Links : il sistema di promozione dei risultati è analogo al caso precedente, con una serie di URL piazzate in cima alle ricerche basandosi sulle preferenze indicate dal singolo utente. La differenza è che, mentre nel caso precedente si poteva spaziare nell’intero universo del World Wide Web inserendo qualsiasi indirizzo, in questo caso viene proposta una lista relativamente breve di testate – raggruppate in una serie di macroaree quali “Fun and games” o “Lifestyle” – tra cui scegliere per raffinare e personalizzare i risultati proposti.

L'opzione Subscribed Links

Un’idea, comunque, quella di cambiare l’ordine delle pagine di ricerca, che non convince proprio tutti. Mashable sottolinea come sia oggi possibile dire a chiunque di cercare una certa stringa, essendo pressoché certi che tra i primi risultati figurerà il link di cui si ha bisogno. Google, sostiene tuttavia qualcun altro, potrebbe essere sulla strada di realizzare quanto i suoi manager sostengono da tempo: ottenere un algoritmo talmente preciso e talmente informato sui gusti e le preferenze del singolo navigatore (o del profilo a cui il suo tipo fa riferimento) da essere quasi in grado di prevederne le prossime mosse e soddisfarne in anticipo i bisogni . A scapito, sempre che sia così, dell’universalità dello strumento di ricerca tradizionale.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 20 gen 2009
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