Google teme ChatGPT: tornano Larry Page e Sergey Brin?

Google teme ChatGPT: tornano Larry Page e Sergey Brin?

I due co-fondatori sono stati coinvolti nei progetti basati sull'intelligenza artificiale, tra cui una versione del motore di ricerca con chatbot.
Google teme ChatGPT: tornano Larry Page e Sergey Brin?
I due co-fondatori sono stati coinvolti nei progetti basati sull'intelligenza artificiale, tra cui una versione del motore di ricerca con chatbot.

ChatGPT è il nuovo pericolo numero uno di Google. Prima di licenziare circa 12.000 dipendenti, il CEO Sundar Pichai ha invitato Larry Page e Sergey Brin ad alcuni incontri con i dirigenti per discutere dei piani aziendali sull’intelligenza artificiale. Entro l’anno potrebbe debuttare una versione del motore di ricerca con funzionalità chatbot.

Motori di ricerca con IA: Google sfida Microsoft

Google ha sviluppato diversi modelli di intelligenza artificiale con funzionalità simili a quelle di ChatGPT (il più noto è LaMDA), ma ha deciso che la tecnologia è ancora immatura per un uso pubblico. L’azienda di Mountain View crede che potrebbe danneggiare la sua reputazione. In seguito alla crescente popolarità di ChatGPT, il CEO Sundar Pichai ha abbandonato questo approccio conservativo, chiedendo “aiuto” ai due co-fondatori.

Page e Brin hanno lasciato Google a dicembre 2019, ma ora sono stati direttamente coinvolti nella nuova strategia aziendale. Durante vari meeting hanno consigliato ai dirigenti di investire massicciamente sull’intelligenza artificiale perché ChatGPT potrebbe in futuro minacciare il motore di ricerca più usato al mondo.

Secondo le fonti del New York Times, Google ha avviato lo sviluppo di oltre 20 prodotti IA. Nei prossimi mesi (forse durante la conferenza I/O di maggio) verrà mostrata una versione del motore di ricerca con chatbot. In pratica è lo stesso obiettivo di Microsoft (che ha esteso la partnership con OpenAI), ovvero integrare ChatGPT in Bing.

Un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale deve fornire risultati accurati, non incentivare la disinformazione. Deve inoltre bloccare determinate parole, materiale coperto da copyright e informazioni private degli utenti. Secondo l’analisi effettuata dalla stessa azienda di Mountain View, la tecnologia di OpenAI ha superato quella di Google in tutte le categorie.

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Pubblicato il
24 gen 2023
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