Perplexity Vs Google: chi risponde meglio alle ricerche quotidiane?

Perplexity sfida Google: chi risponde meglio alle ricerche quotidiane?

Perplexity sfida Google con un nuovo modo di cercare: meno link, più risposte. Ecco come si comportano in quattro scenari comuni.
Perplexity sfida Google: chi risponde meglio alle ricerche quotidiane?
Perplexity sfida Google con un nuovo modo di cercare: meno link, più risposte. Ecco come si comportano in quattro scenari comuni.

Vivere senza Google per un mese sembrava impensabile fino a poco tempo fa. Eppure sempre più persone stanno sperimentando alternative come Perplexity, il celebre motore di ricerca AI. Ma questa nuova generazione di strumenti può davvero competere con il gigante di Mountain View? L’unico modo per scoprirlo, è mettere alla prova entrambi i servizi con delle ricerche reali, quelle che chiunque potrebbe fare in una giornata normale.

L’esperimento è semplice. Basta prendere le ultime ricerche effettuate su Google e ripeterle su Perplexity, confrontando non solo i risultati ma anche l’esperienza complessiva. Ad esempio, con quattro query diverse, in quattro ambiti differenti.

Google è già vecchio? Il confronto con Perplexity

Round 1: I migliori film comici di sempre

La ricerca su Google

Se si prova a cercare “migliori film comici di sempre“, Google risponde con il suo approccio classico: una raffica di liste automatiche in cima alla pagina, suddivise per categorie come commedie romantiche, film poliziesco-comici e satira. Sotto, l’infinita lista di articoli da scorrere per chi vuole approfondire.

L’esperienza è familiare ma dispersiva. Ci sono troppe opzioni, troppi link, troppa scelta. Il paradosso dell’abbondanza che caratterizza Google da anni: tutto è disponibile, ma trovare esattamente quello che si cerca richiede tempo e pazienza (molta).

La risposta di Perplexity

Perplexity prende una strada completamente diversa. Invece di bombardare l’utente con opzioni infinite, seleziona e presenta una lista curata di 15 film, attingendo da fonti autorevoli come, IMDb, FilmTV, MYmovies, ComingSoon. Ogni titolo include data di uscita, motivo della notorietà e una breve descrizione del perché merita il posto in classifica.

Il risultato è una lettura piacevole, che combina l’autorevolezza delle fonti con la praticità della consultazione. Non serve più saltare da un articolo all’altro. Tutto quello che serve è concentrato in una risposta coerente.

Vincitore: Perplexity

Round 2: Novità su Disney Plus

L’approccio Google

La ricerca “novità su Disney Plus” dovrebbe essere semplice: una lista di lanci recenti e, magari, qualche anticipazione sui titoli in arrivo. Google però delude, offrendo un elenco breve e apparentemente casuale di film prodotti per la piattaforma tra il 2023 e il 2025.

La frustrazione è palpabile. Invece di usare questi risultati inadeguati, la tentazione è quella di andare direttamente sul sito Disney Plus. Google, in questo caso, non riesce nemmeno a interpretare correttamente l’intenzione di ricerca.

La precisione di Perplexity

Perplexity centra perfettamente l’obiettivo. Comprende che la ricerca riguarda le novità attuali e si concentra su quello che è nuovo a giugno 2025 per Disney Plus. La risposta include una selezione serie TV e nuove stagioni di show come The Kardashians, Limitless con Chris Hemsworth, e Welcome to Wrexham.

Più in basso aggiunge una sezione con film (es. La Saga di Mission Impossibile) e documentari appena usciti (del National Geographic). L’organizzazione ha senso e i contenuti sono aggiornati.

Vincitore: Perplexity

Round 3: Menu di un ristorante locale

La semplicità di Google

Qui Google mostra la sua forza nella ricerca locale. Un clic sul primo risultato porta direttamente alla pagina del menu del ristorante. Efficiente, diretto, senza fronzoli. Per questo tipo di ricerca specifica e locale, Google ha dalla sua anni di ottimizzazione e una rete di connessioni con le attività commerciali che difficilmente può essere replicata.

L’ambizione di Perplexity

Sorprendentemente, Perplexity riesce nell’impresa di fornire informazioni dettagliate anche su un piccolo ristorante locale. Scansiona le foto dei menu cartacei e produce una lista completa di antipasti, primi, secondi e dolci, completa di prezzi.

Aggiunge anche descrizioni dell’atmosfera del locale, informazioni sull’accessibilità e una guida orientativa sui costi. Sembra troppo bello per essere vero, e infatti, lo è. A un’analisi più attenta emerge il problema: Perplexity ha mescolato informazioni di tre ristoranti diversi con lo stesso nome, uno dei quali è persino chiuso. La confusione nasce dalla difficoltà nell’interpretare immagini di menu spesso sfocate e dall’incapacità di distinguere correttamente le ubicazioni.

Vincitore: Google

Round 4: Recensione di FIFA 25

I numeri di Google

Google fornisce un quadro quantitativo immediato: voti 8/10 da IGN, 85/100 su Metacritic e punteggi misti dai giocatori su Steam. Per chi cerca una valutazione rapida, i numeri ci sono tutti. Ma per capire davvero se il gioco vale l’acquisto, serve scavare nelle varie recensione. L’approccio è tradizionale: Google dà gli strumenti, sta poi all’utente utilizzarli per farsi un’opinione sulle novità del gameplay e sulla qualità della modalità carriera.

L’analisi completa di Perplexity

Qui Perplexity dimostra tutto il suo potenziale. Invece di limitarsi ai voti, genera un report completo attingendo da fonti italiane e internazionali come IGN Italia, Everyeye, Multiplayer.it e YouTube. La recensione include pro e contro, analisi delle nuove meccaniche di gioco, confronto con FIFA 24 e persino consigli su quale modalità sfruttare al meglio.

Il tutto si conclude con un riassunto a punti degli aspetti più importanti: miglioramenti grafici, novità del gameplay, qualità delle modalità online e rapporto qualità-prezzo.

Vincitore: Perplexity

Il verdetto finale: 3 a 1 per Perplexity

l punteggio finale è chiaro: Perplexity batte Big G 3 a 1. Ma più del risultato conta capire come funzionano diversamente questi due strumenti. Google è imbattibile quando si tratta di trovare informazioni precise e locali. Anni di esperienza e una rete capillare di collegamenti con attività e servizi lo rendono perfetto per ricerche mirate: si cerca un ristorante? Basta cliccare per trovare subito quello che serve.

Perplexity invece eccelle quando serve ragionare sui dati. Prende informazioni sparse da più fonti, le analizza e le trasforma in risposte complete e facili da capire. Non dà solo i risultati, ma li spiega e li organizza in modo sensato.

Il futuro della ricerca online

Questo confronto mostra qualcosa di più profondo. Non stiamo solo vedendo nascere un nuovo motore di ricerca, ma sta cambiando il modo stesso in cui cerchiamo le informazioni. Google ci ha abituati all’abbondanza: troviamo tutto quello che vogliamo, ma poi tocca a noi scorrere, confrontare e capire cosa ci serve davvero. Perplexity funziona all’opposto: offre meno risultati, ma puntuali e già organizzati.

La vera domanda non è se Perplexity rimpiazzerà Google. È piuttosto come questi nuovi strumenti cambieranno le nostre aspettative. Perché una volta che ci si abitua ad avere risposte pronte e ragionate, tornare alle infinite liste di link diventa frustrante. Non a caso Google sta integrando sempre di più l’intelligenza artificiale anche nel suo motore di ricerca (con AI Mode).

Probabilmente useremo entrambi: Google per trovare qualcosa di specifico, Perplexity quando vogliamo capire e approfondire. Due modi diversi di soddisfare la nostra curiosità.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
24 giu 2025
Link copiato negli appunti