Google vuol salvare il mondo

Google vuol salvare il mondo

BigG propone il suo piano per arginare l'inquinamento del pianeta. Basta ai combustibili: la via da seguire è quella dell'energia alternativa. Ora che si può cambiare
BigG propone il suo piano per arginare l'inquinamento del pianeta. Basta ai combustibili: la via da seguire è quella dell'energia alternativa. Ora che si può cambiare

SuperG detta il piano per salvare gli USA (e il mondo): 22 anni per ridurre le emissioni ed il global warming , in un sistema che, risparmiando denaro, si ripagherebbe autonomamente col tempo. A presentare la proposta di Google, nientemeno che Eric Schmidt, ceo di BigG. I punti chiave del piano: passare all’energia verde, eliminare del tutto l’utilizzo di carbone e petrolio per ridurre le emissioni dannose e non sciupare altro denaro.

Il piano proposto da Schmidt costerebbe 4mila e 500 miliardi di dollari, una cifra astronomica che però a fine del periodo consentirebbe un risparmio di ulteriori mille e 100 miliardi di dollari. Molta attenzione sarà fatta al risparmio di energia, cui si dovrà affiancare un’ efficiente gestione degli impianti di produzione. La visione di Schmidt vede l’abolizione di petrolio e carbone come fonti da cui ricavare energia elettrica: tali combustibili dovranno essere rimpiazzati da energie alternative come quella eolica, solare, idrica o geotermica. Sarà inoltre incentivata la produzione di veicoli elettrici o ibridi, fino ad arrivare al 90% delle vetture sul mercato nel 2030. Google non è nuova a questo genere di cose: quella del risparmio energetico e delle energie alternative è una tematica molto sentita a Mountain View, dove sorge il Googleplex rivestito di pannelli solari e dove presto le spese per l’energia utilizzata dai numerosissimi server supererà quella della manutenzione hardware.

il grafico delle emissioni di CO2

“Quando calano i prezzi noi risparmiamo un sacco di denaro, un fatto positivo sia per gli investitori che per i risparmiatori” afferma Schmidt, portavoce anche del pensiero dei co-fondatori Larry Page e Sergey Brin. “La crisi finanziaria attuale, che costerà almeno 700 miliardi di dollari, sarà seguita con ogni probabilità da un successivo stimolo agli investimenti che raggiungerà i 100 milioni di dollari. Perché non usare quel denaro per risolvere una volta per tutte ciò di cui si discute oggi, come l’esauribilità energia, il rincaro del prezzo del petrolio, la mancanza di lavori e di investimenti sulla tecnologia? – provoca Schmidt – Se seguite il mio ragionamento e sfruttate le opportunità dalla tecnologia, possiamo farcela”.

Yes we can , possiamo farcela: uno slogan caro anche a Schmidt, nominato consulente dal candidato alla presidenza degli Stati Uniti Barack Obama. Il piano di Google arriva in un momento storico favorevole al cambiamento, con la crisi del settore finanziario e le imminenti elezioni. Chissà che tra i tanti cambiamenti non si imbocchi la strada giusta. “Questo è il momento opportuno, forse senza precedenti, di passare dal piano all’azione” conferma Jeffery Greenblatt, consulente speciale del ramo filantropico di Google e co-autore del piano.

Vincenzo Gentile

fonte immagini: qui e qui

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Pubblicato il
3 ott 2008
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