Green Pass: verso l'obbligo esteso da metà ottobre

Green Pass: verso l'obbligo esteso da metà ottobre

L'obbligo del Green Pass in aziende private e PA entrerà oggi in un decreto firmato da Mario Draghi con dettagli per aziende e lavoratori.
Green Pass: verso l'obbligo esteso da metà ottobre
L'obbligo del Green Pass in aziende private e PA entrerà oggi in un decreto firmato da Mario Draghi con dettagli per aziende e lavoratori.

Il grande giorno del Green Pass è arrivato e, a prescindere da ogni considerazione sullo stesso, una cosa è chiara: è questo segno del decisionismo del Governo Draghi, nel quale il Green Pass è stato messo al centro del progetto di contenimento della pandemia e per questo motivo, senza tentennamenti ulteriori, si è stabilito di portare il Certificato Verde ad elemento obbligatorio per tutti.

Il giorno del Green Pass obbligatorio

Le modalità non sono state però imposte, ma a lungo concertate con le parti in causa. Parti che, va detto, non hanno fatto opposizione al “se”, ma soltanto al “come”. Sia Confindustria che sindacati confederati, infatti, hanno espressamente approvato il Green Pass come misura di cautela per difendere il Paese da possibili chiusure invernali, ma ambo le parti non intendono caricarsi degli oneri che i tamponi imporranno a coloro i quali vogliono opporsi alla “dittatura sanitaria” (o qualunque altra definizione di scherno venga apposta all’istituzione della Certificazione Verde).

Su questo punto il punto di equilibrio sembra essere stato trovato: il licenziamento non è possibile (scatta però un provvedimento di contestazione dopo il quinto giorno di assenza), ma al tempo stesso l’onere del tampone rimane in capo al lavoratore che non intende vaccinarsi. Non sarà dunque né onere dell’azienda, né onere dello Stato.

Se il Green Pass è per molti un motto di libertà rispetto alla pandemia, per altri il tampone sarà un motto di libertà rispetto al vaccino, ma in generale occorre mantenere un clima di tutela del prossimo se si vuole superare indenni la stagione fredda. Ecco quindi che il nuovo decreto arriverà nelle prossime ore proprio per definire il nuovo perimetro del Green Pass, i termini dell’obbligo, le possibili sanzioni e gli estremi del rapporto tra aziende e lavoratori.

Il Green Pass nell'applicazione IO

Il decreto andrebbe a sciogliere il paradosso che da settimane era rimasto irrisolto: se il cliente di un bar ha l’obbligo di presentare il Green Pass, al tempo stesso il barista non aveva ancora l’obbligo di esserne munito. Così per i ristoranti, dove vigeva l’obbligo per i clienti, ma non per i camerieri. In questa asimmetria si misurava la debolezza di una soluzione a metà, priva di quel guizzo che può realmente trasformare il Green Pass in uno strumento di tutela collettiva in virtù della ridotta possibilità statistica di contagio incrociato (e del conseguentemente difficile insorgere di nuovi focolai). Una misura per contenere i numeri e tenere la situazione sotto controllo, insomma, mentre si procede ad ulteriori vaccinazioni ed alla somministrazione delle terze dosi. E poi? Poi si vedrà.

Obbligo da metà ottobre: le sanzioni

Il decreto dovrebbe entrare in vigore approssimativamente a metà ottobre (anche con il placet delle Regioni). Ancora non è chiaro se in un solo intervento si uniranno gli interventi per i privati e per la Pubblica Amministrazione o se si procederà in modo similare ma su binari paralleli. Una volta istituito l’obbligo, chiaramente, il Governo stipula anche un tacito accordo sulle chiusure: a fronte dell’introduzione del Green Pass ovunque, ben più difficilmente lo Stato potrà imporre nuove chiusure agli ambiti coinvolti. Su questo patto a distanza aziende e Stato potranno costruire una nuova stagione, mentre per il cittadino che trasgredisce sono previste sanzioni da 400 a 1000 euro.

Il QR Code del Certificato Verde diventa dunque in tutto e per tutto il fulcro della vita sociale, a tutela della cittadinanza fino a quando lo stato di emergenza non sarà passato. Nelle stesse ore in cui il Regno Unito fa marcia indietro, l’Italia cambia marcia ed istituzionalizza l’uso del Green Pass come elemento coadiuvante della campagna vaccinale. Del resto il Paese ancora non ha raggiunto l’80% di vaccinati con doppia dose e il ritmo inizia a scendere al cospetto delle resistenze no-vax e no-Green Pass.

Ora per tutti è il momento di decidere tra la questione di principio e l’adesione al principio costruito esattamente sopra il caposaldo della carta costituzionale: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma per lavorare serve il Green Pass. E questo per non arrivare a forzare l’art. 32, a cui molti vorrebbero arrivare per tagliare corto ed imporre l’obbligo vaccinale:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

L’obbligo scatterà a metà ottobre. Il messaggio è chiaro: chi non vuole intraprendere un lungo percorso costellato di tamponi fa ancora in tempo a vaccinarsi ora. Il tempo delle scelte, appunto.

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Pubblicato il 16 set 2021
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